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JAMIE BALDRIDGE

Джейми Болдридж

source: fotomencn

摄影师Jamie Baldridge的作品夸张的描绘了人们的日常生活,而其灵感来源于工业革命的素材,他的作品通过有趣的故事反映了一位女士的日常生活。而场景通常描述了这些女人在家、火车站等日常环境中或坐或站的姿势,其中加入一些奇怪的元素对观众的视觉产生刺激,从而让观众对他主题产生兴趣。

Baldridge是美国路易斯安那大学的一名摄影学教授,他用其摄影的经验及创作使许多单独的场景与一些具体的故事结合在一起,而这也重新诠释了一些经典童话故事,反映了我们的现代生活。他添加的一些超现实主义元素使一些平淡的场景变得鲜活。Baldridge用他的专属叙事技巧通过复合摄影创作将他悠久的历史及文学展示出来。

他回顾他的作品后说:“我将我理解的寓言及故事从《卖火柴的小女孩而》到《吉尔伽美什史诗》通过摄影的方式创作出来。在我创作的世界中,也有一些相似的典型人物,像Kierkegaard 及 Joseph Campbell,这些都在描述着人类几个世纪以来的不同经历,有的被亵渎,有的很滑稽,还有的很博识。”
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source: re-actor

Американский фотограф черпает вдохновение в ключевых моментах научно-технической революции, создавая мрачные кадры с элементами стимпанка. В чем-то его работы похожи на творчество Брук Шейден (Brooke Shaden).

Чаще всего, в качестве моделей, Джейми Болдридж (Jamie Baldridge) использует девушек, фотографируя их в необычных интерьера, с еще более необычными деталями и атрибутами. Американец родился в штате Луизиана, где живет и работает по сей день. Кроме фотографии, Джейми делится своим опытом и знаниями, в качестве профессора в университете Луизианы. По словам самого автора, каждая его фотография имеет свое продолжение в виде небольших рассказов и новелл, написанных известными писателями.
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source: nomadaq

El fotógrafo Jamie Baldridge se inspira en la revolución industrial para describir su fotografía surrealista y onírica, la cartera de Baldridge cuenta con una calidad pictórica que ofrece cuentos intrigantes de mujeres finamente vestidas en sus hábitats naturales. Las escenas que capta a menudo representan estas mujeres que estaban sentadas o de pie en los ambientes comunes, ya sea en casa o en una entorno urbano.

Baldridge, profesor de fotografía en la Universidad de Louisiana en Lafayette, utiliza su experiencia en la fotografía y la escritura creativa para ilustrar una serie de momentos aislados reinterpretando cuentos clásicos de hadas. Sus elementos añadidos del surrealismo dan vida a escenas más mundanas y cercanas a la realidad. Baldridge atribuye sus técnicas narrativas a sus creaciones fotográficas, a su experiencia literatura.

Su trabajo ha sido tildado de nueva sensación fotográfica gracias a un estilo muy personal y diferenciado que recoge la tradición sureña y el barroquismo francés y los transforma en una fotografía con un flair clásico pero actual, y siempre trufada de grandes dosis de humor negro.
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source: undonet

Improvvisamente una finestra si rompe. La deflagrazione ci perviene in modo ovattato eppure siamo colpiti dal suono cristallino delle mille schegge di vetro che sbattono l’una sull’altra veicolate dall’onda d’urto. Questo a volte è sufficiente per farci tornare alla realtà, sono momenti simili quelli in cui di solito si passa dalla sospensione della dimensione onirica a quella più grigia, pesante di gravità e spesso anche più inospitale che ci accompagna durante le ore di veglia. E lo spostamento d’aria innescato dall’esplosione lo sentiamo ancora tutto sulla nostra pelle, come un vento distruttivo, è qualcosa che ci portiamo dietro dal mondo ineffabile che abbiamo appena abbandonato, similmente al momento in cui, dopo essere usciti dal mare, portiamo ancora su di noi il suo sale. Questa è una delle sensazioni che ci invadono e ci imprigionano alla vista delle opere di Jamie Baldridge.

L’artista ricrea un universo intimo e personale, assolutamente criptico e codificato, un mondo che appartiene e affonda interamente le radici nel sogno e nell’inconscio. Ogni legge razionale è bandita se non la logica dell’anima che segue percorsi e ragioni a lei solo conosciuti e dove nessun tipo di criterio ha motivo d’essere. I desideri, le rabbie, le speranze si condensano in oggetti-simbolo che racchiudono in loro ricordi dell’infanzia e fotografie mentali di quell’età che costruisce la nostra ossatura, la nostra vera colonna vertebrale. Ogni particolare che Baldridge mette in scena è essenziale alla sua sibillina funzionalità, niente è là per caso, tutto viene studiato, quasi vivisezionato. Personaggi che sono la scena di se stessi, con la mente incorniciata nella tela dei propri pensieri, sono concentrati ad osservare con attento interesse l’oggetto-arcano che poggia su di un tavolo, uno spugnoso sasso che àncorano ad una realtà tanto lontana dal luogo che occupano da essere solo un remoto passato studiato come un reperto archeologico, con tanto di cartellino esplicativo, quasi fosse un indizio, una prova di un laboratorio di criminologia. E tutto intorno scheletrici disegni di insetti sono appesi alle pareti come foto segnaletiche. È forse l’indagine la chiave di lettura più plausibile che possiamo ritrovare nei suoi lavori, come se gli attori delle sue visioni volessero investigare dall’interno la loro stessa essenza. Un uomo seduto a un tavolino ascolta e immagazzina, archiviandoli su di un impensabile strumento-telegrafico, i cinguettii silenziosi di volatili in gabbiette, quasi che quelle melodie possano condurlo alla risposta universale, alla conoscenza in se per sé. È bene però che troppa tracotanza sia punita, come l’uomo chino ad osservare il movimento di un planetario. Le frecce lo colpiscono alla schiena eppure egli sembra non accorgersene e continua, come un ligio impiegato, ad eseguire la procedura, probabilmente appuntata sul foglietto stretto fra le mani dietro la schiena. E poi l’uomo che, con invidiabile determinazione, inchioda la sua mano con chiodi da nove centimetri seguendo la guida di una strana enciclopedia di medicina orientale, forse ipotizzando che la mano, collegata alla mente, sia in grado di far luce su quelle che sembrano camere dei ricordi in cui spera di ritrovare un amore perduto o una vacanza dispersa, affondata nel mare di una vita terrena.
Decriptare tali immagini è non solo un’appagante avventura estetica, ma anche un viaggio nelle strutture intime di tutti noi, in quei luoghi in cui si innesca il grande marchingegno che è l’anima, regina in trono servita dall’emozione e il sentimento. Il carburante/nutrimento è l’esperienza che verniciata e truccata di ricordo sedimenta se stessa nell’humus del nostro ignoto. I nostri sogni, una volta aperti gli occhi, si nascondano alla nostra mente, si rifugiano nella loro ombra e tengono gelosamente stretto a se il proprio segreto.

Baldridge compone, scompone e poi ricompone, destruttura in immagini ciò che germoglia nei nostri cassetti interiori. Prendendo a piene mani dagli archivi onirici resuscita figure e stanze meravigliosamente cariche di simboli, cristallizzate come su di un vetrino da laboratorio. A differenza dei nostri sogni opachi, nebulosi e sfuggenti dalla nostra comprensione, le sue immagini sono nitide, luminose, precise fin nei minimi particolari. L’artista nasce nel 1975 in un piccolo paesino del profondo sud degli Stati Uniti, ha un’infanzia coltivata stancamente all’ombra del cattolicesimo e dopo aver studiato teologia e scrittura creativa alla Louisiana State University, si diploma in Fotografia e per un po’ fa i più svariati lavori nell’ambito fotografico; ora insegna alla University of Louisiana a Lafayette. Le sue opere e gli scritti sono reperibili presso diverse gallerie e collezioni sia pubbliche che private. Il suo primo libro intitolato The Everywhere Chronicles è stato pubblicato nel 2008.
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source: techcornerhu

Jamie Baldridge fotói egyértelműen magukkal ragadják a nézőt, hiszen képi elemei annyira disszonánsak, hogy az ember addig nem szabadul, amíg meg nem fejti minden egyes elemét. A jelenetek gyakran hölgyeket ábrázolnak, akik leginkább otthoni környezetben, vagy egy vasútpályaudvaron kerülnek ábrázolásra, ám egy egészen egyszerű trükkel, azaz egy totál nem odaillő elemmel Baldridge teljesen más hangulatot ad az egésznek. Az egyébként hétköznapi helyzeteket feldolgozó képek így hirtelen szürreálissá válnak, ráadásul valamiért az egész olyan lesz, mintha szeretne valamit elmesélni. Jamie Baldridge a University of Louisiana fotográfia professzora, és az itt látható képeiről azt mondja, hogy “azt hiszem, az általam létrehozott képek az életem folyamán hallott mesék és történetek sajátos értelmezése, A kis gyufaárus lánytól a Gilgames-eposzig. A világok, melyeket kreálok, ugyanolyan archetípusokat tartalmaznak, mint Kierkegaard, vagy Joseph Campbell írásai.”
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source: nerdsnu

Herinterpretatie van de monotonie in het dagelijkse leven.
Fotograaf Jamie Baldridge laat zich door de industriële revolutie inspireren om zijn surrealistische fotografie uit te beelden. Baldridge’s laat in zijn schilderachtige portfolio intrigerende, subtiel geportretteerd vrouwen in hun natuurlijke omgeving zien.