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LUCA DE VINCENTIS

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source: c-41it

I am a fine art photographer based in Rome, Italy. I am fond of those shots that require a great physical effort, as the bond that links me to the model impersonating a certain character makes him feel for a while the pain and hell my heart spent my entire life within.
I love shooting at night between whores and smokey factories – where what I’m hunting for hides. Everything becomes dangerous and irresistible. I love fires, smokes, woods and the fog; people with irregular teeth, sounds in reverse, digestive systems and revolving doors; math, stairs, flesh and the names of prescription drugs. When I take a shot, I’m not just quietly portraying the world around me. Oceans, cars, mountains and bodies are an extension of my own Calvary. The ultimate proof of the impossibility of life.
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source: artisignexplosion

Incubi. Dicono che siano solo paure che il nostro inconscio ha bisogno di portare alla luce. C’è chi cerca di non pensarci, chi ci rimugina, chi cerca significati nascosti consultando libri o facendo riferimento a credenze popolari e chi invece riesce a trasformarli in qualcosa di positivo, come l’arte. E’ il caso di Luca De Vincentis, fotografo, residente a Roma.
Quando realizza uno scatto, non sta semplicemente rappresentando il mondo attorno a sé, ma il suo dolore, l’inferno, le angoscie e le paure che hanno attraversato il suo cuore e che continua a portarsi dentro. Oceani, macchine, montagne e corpi sono solo un’estensione del suo personale calvario. Ciò che ama, sono le riprese di notte tra prostitute e fabbriche fumose, in cui tutto diviene pericoloso e irresistibile: incendi, fumo, boschi nebbiosi, persone con denti irregolari, sistemi digestivi e porte girevoli, tutto ciò che succede alla penombra, al calar del sole, lo affascina ed è per lui fonte d’ispirazione.
Ogni angoscia è perfettamente rappresentata dai suoi scatti, grazie al sapiente uso di luci ed ombre, all’utilizzo del colore e ai corpi soli, spauriti o fluttuanti che sembrano quasi voler fuggire da un mondo che non li rappresenta.
Guardando le fotografie di Luca De Vincentis, è chiaro come la creatività sia in grado di portare la luce dell’arte anche dal buio della sofferenza, perché gioia e dolore non sono altro che le facce della medesima medaglia.