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The Feast of Trimalchio: Arrival of Golden Boat

Del Satyricon di Petronio, spiritoso e lirico malinconico dell’epoca dell’imperatore Nerone, ci pervenne quasi intatto solo il capitolo dedicato alla cena di Trimalcione. La fantasia di Petronio fece del nome di Trimalcione il simbolo della ricezza e del lusso, del vizio della gola e della lussuria in barba alla fugacità della vita umana.
Abbiamo cercato di presentare qualcosa di simile nelle realta` del Terzo Millennio. Così, abbiamo visto Trimalchione, ex servo, liberto, nuovo ricco che dà conviti di molti giorni nel suo palazzo, invece che una persona, come un’immagine generalizzata di un hotel di lusso, una sorta di paradiso terrestre, il soggiorno in cui è prepagato.
Gli ospiti dell’hotel – i ‘padroni’, esponenti del “miliardo dorato”, cercano di dedicare parte del loro tempo, in qualsiasi stagione, al soggiorno presso Trimalcione odierno che ha arredato il proprio palazzo – hotel con il massimo esoticismo e lusso. L’architettura del Palazzo Hotel rappresenta un’assurda sintesi della spiaggia tropicale con la stazione sciistica. I ‘padroni’ indossano abiti bianchi che sembrano, da una parte, l’uniforme dei giusti dell’Eden temporaneo, dall’altra, la tradizionale uniforme coloniale, e, al contempo, una collezione estiva alla moda. I ‘padroni’ impersonano tutte le caratteristiche dell’umanità: ci sono, tra di loro, personaggi dai bambini ai vecchioni, hanno certi segni psicologici e sociali: un pofessore è dissimile da un broker, una donna di mondo da una intellettuale. I ‘servi’ di Trimalcione, giovani e carini esponenti di vari continenti (asiatici, africani, latinoamericani), il personale dell’industria alberghiera, dalle cameriere ai cuochi, ai giardinieri, alle guardie e ai massaggiatori. Sono tutti giovani e belli e indossano uniformi tradizionali di vario colore a seconda dell’etnia. Sono una specie di ‘angeli’ “di colore” del paradiso al quale i ‘padroni’ possono accedere per un certo tempo.

 

JENNY HOLZER

Per più di trent’anni, Jenny Holzer ha presentato le sue idee, argomentazioni e dolori astringenti in luoghi pubblici e mostre internazionali, tra cui il 7 World Trade Center, il Reichstag, la Biennale di Venezia, i Musei Guggenheim di New York e Bilbao e il Whitney Museo di arte americana. Il suo mezzo, sia formulato come una maglietta, come una targa o come un segno LED, è la scrittura e la dimensione pubblica è parte integrante della consegna del suo lavoro. A partire dagli anni ’70 con i manifesti di New York City e fino alle sue recenti proiezioni luminose sul paesaggio e sull’architettura, la sua pratica ha rivaleggiato con l’ignoranza e la violenza con umorismo, gentilezza e coraggio morale

Edoardo Tresoldi

Opera
Opera è l’installazione permanente di arte pubblica sul lungomare di Reggio Calabria, promossa e commissionata dal Comune e dalla Città Metropolitana. Opera nasce per celebrare la relazione contemplativa tra il luogo e l’essere umano attraverso il linguaggio architettonico classico e la trasparenza della Materia Assente, espressa tramite la rete metallica. L’architettura aperta offre un nuovo monumento attraversabile e completamente fruibile a cittadini e visitatori. L’installazione è un monumento alla contemplazione attraverso cui il luogo definisce ulteriormente se stesso. Tresoldi gioca con la grammatica dell’architettura classica e la trasparenza per ricercare nuove poetiche visive in dialogo con il paesaggio circostante e i visitatori. Le colonne, archetipi fondanti del retaggio culturale occidentale, compongono una cornice aulica che conferisce al parco un’ulteriore chiave di lettura.