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ARNE SVENSON

I vicini
Arne Svenson è un fotografo autodidatta, ma la sua sensibilità è stata in gran parte formata dai suoi primi lavori come terapeuta/educatore che lavorava con bambini gravemente disabili. La sua visione abbraccia l’insolita e bizzarra individualità di persone e luoghi e li rappresenta con bellezza, chiarezza e riverenza. Crea la maggior parte del suo lavoro all’interno dell’ambiente controllato dello studio, e anche quando si avventura a registrare il mondo, la sua visione è informata dalla qualità degli interni del suo studio. Svenson lavora in modo seriale e ossessivo su progetti discreti che variano notevolmente, ma condividono queste qualità. Il senso dell’umorismo e il fatalismo consentono a Svenson di passare liberamente da un’ossessione all’altra, manifestandosi sempre con estrema abilità, diligenza e amore.

Ralf Baecker

A Natural History of Networks / Soft Machine
A Natural History of Networks / SoftMachine è una macchina algoritmica elettrochimica che sonda un regime materiale computazionale e tecnologico alternativo, informata dagli esperimenti di Gordon Pask sui meccanismi di apprendimento elettrochimico [↓1] e dalla ricerca attuale sulla biomimetica, sulla materia programmabile e sul liquido controllato spazio-temporalmente attuatori in metallo. Al suo interno, un apparato sperimentale elettrochimico costruito su misura (SoftMachine) crea un microcosmo fluido dinamico che compie un continuo divenire di forme, strutture e narrazioni materiche. La performance mira a provocare nuovi immaginari del macchinico, dell’artificiale e della materia. Una tecnologia radicale che collega il pensiero meccanico tradizionalmente discreto e i materiali morbidi/fluidi che consentono un comportamento auto-organizzato attraverso le loro specifiche agenzie materiali.