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Denise Ritter

Piccolo mondo
small world wide si basa sul fenomeno small world che dice che tutti nel mondo sono collegati attraverso una corta catena di conoscenze dirette. Nel 2013, l’artista del suono Denise Ritter ha assegnato 10 registratori audio a 10 persone in partenza, che dovrebbero dirigere i registratori a raggiungere 10 destinazioni pianificate tramite una serie di conoscenze personali. Tali luoghi e le tappe intermedie devono essere documentati mediante una registrazione sonora. Questi possono essere, ad esempio, suoni o suoni caratteristici della vita quotidiana o dello spazio abitativo. Ma non vengono fornite linee guida. È consentito trasmettere il registratore solo a conoscenti diretti. Non è consentito il percorso diretto alla destinazione tramite estraneo o non imparentato. Così sono state create 10 rotte in tutto il mondo e fino ad oggi l’artista ha ricevuto più di 30 ore di registrazioni sonore da tutto il mondo. Le registrazioni sonore mostrano somiglianze globali inaspettate nei luoghi di registrazione e nelle situazioni scelte dai partecipanti.

Kyriaki Goni

Not allowed for algorithmic audiences
Un gran numero di spettatori online oggigiorno è principalmente costituito da algoritmi. Gli algoritmi sono addestrati sulle informazioni uditive, che vengono prodotte e caricate dagli esseri umani. Nel video “Non consentito per il pubblico algoritmico”, un assistente personale intelligente (IPA), situato ad Atene, in Grecia, mostra un comportamento strano. Prende in prestito un avatar e appare davanti ai suoi utenti. Per un breve periodo di tempo, per sette giorni consecutivi prima che si spenga per sempre, va in sette monologhi. Durante la sua durata, l’assistente digitale è riuscito a scansionare l’intero contenuto di Internet e raccogliere ogni tipo di informazione, informazioni che desidera condividere.

Julien Prévieux

Where Is My (Deep) Mind?
In Dov’è la mia (profonda) mente? quattro artisti incarnano diverse esperienze di apprendimento automatico. Sia sperimentatori che soggetti di esperienza, gli attori mostrano una serie di processi di apprendimento automatico, dal riconoscimento dei movimenti sportivi alle tecniche di negoziazione di acquisto e vendita. Gesti e parole codificati, trasferiti a macchine ignare del contesto culturale, producono altrettanti slittamenti o errori imprevisti, contraffazioni comportamentali con accenti comici.

MINIMAFORMS

Città emotiva
Emotive City è una cornice per esplorare un modello mobile e auto-organizzativo per la città contemporanea. I modelli del passato sono limitati e non dovrebbero funzionare, in quanto progetti per il nostro futuro urbano, una nuova generazione di ricerca progettuale deve necessariamente affrontare le sfide di oggi. Le tendenze fisse e finite che un tempo servivano all’architettura e all’urbanistica sono state rese obsolete. Oggi le intersezioni di informazione, vita, macchine e materia mostrano complessità che suggeriscono la possibilità di una sintesi molto più profonda. In questo contesto, l’architettura è costretta a rifattorizzare radicalmente la sua risposta alle nuove sfide sociali e culturali con un ambiente di urbanizzazione accelerata. Proponiamo un quadro che partecipa e si impegna con gli ambienti ricchi di informazioni che stanno plasmando le nostre vite attraverso un modello di vita che chiamiamo ecologia adattiva.

john de andrea

جون دي اندريا
존 드 안드레아
ジョン·デアンドレア
ДЖОН ДЕ АНДРЕА
Partendo dagli orientamenti artistici dell’iperrealismo, ha come tema privilegiato i nudi femminili, realizzati in fibra di vetro e PVC colorato. Le figure, rese in maniera quanto più possibile aderente alla realtà, mostrano un effetto di freddezza in netto contrasto con la sensualità del soggetto raffigurato.

MARCEL VAN DER VLUGT

Марселя ван дер Влагта
マルセル·ファン·デル·フルーフト
“I Like…”

Marcel van der Vlugt è un fotografo olandese, nato a Naaldwijk nel 1957. Il suo lavoro, che si divide in diverse serie, racconta un mondo misterioso pieno di bellezza. Le sue immagini mostrano corpi fatti di fiori appassiti, occhi bendati e nudi seducenti.

Stanza

The Nemesis Machine
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The Nemesis Machine è una grande installazione (adattata a ogni luogo in cui viene esposta) che è una città in miniatura. Visualizza la vita nella metropoli sulla base dei dati trasmessi da Londra. Quindi la città costruita a Bruges utilizzando componenti elettronici riflette in tempo reale ciò che sta accadendo dall’altra parte della Manica. Piccole telecamere mostrano le immagini dei visitatori in modo che diventino parte della città.Una mini metropoli meccanica funziona su dati urbani in tempo reale. L’opera d’arte cattura i cambiamenti nel tempo nell’ambiente (città) e rappresenta la vita mutevole e la complessità dello spazio come un’opera d’arte emergente. L’opera d’arte esplora nuovi modi di pensare alla vita, all’emergenza e all’interazione all’interno dello spazio pubblico. Il progetto utilizza tecnologie di monitoraggio ambientale e tecnologie basate sulla sicurezza, per mettere in discussione le esperienze del pubblico degli eventi in tempo reale e creare visualizzazioni della vita mentre si svolge. L’installazione va oltre la semplice interazione da parte del singolo utente per monitorare e rilevare in tempo reale l’intera città e rappresentare interamente le complessità della città in tempo reale come un sistema complesso in mutamento, i dati e le loro interazioni, ovvero gli eventi che si verificano nell’ambiente che circonda e avvolge l’installazione – si traducono nella forza che dà vita alla città elettronica provocando il movimento e il cambiamento – cioè, nuovi eventi e azioni – che si verificano. In questo modo la città si esibisce in tempo reale attraverso il suo avatar fisico o doppio elettronico: la città si esibisce attraverso un’altra città. Causa ed effetto diventano evidenti in modo discreto e intuitivo, quando determinati eventi che si verificano nella città reale fanno sì che certi altri eventi si verifichino nel suo doppio completamente diverso, ma perfettamente incorporato. La città avatar non è solo controllata dalla città reale in termini di funzione e funzionamento, ma anche completamente dipendente da essa per la sua esistenza.

YUNG CHENG LIN

ЮНГ ЧЕНГ ЛИН
يونغ تشنغ لين

Gli esperimenti fotografici dell’artista Cheng Yung Lin, noto anche come 3cm, mostrano l’anatomia umana da un’altra angolazione, utilizzando elementi come: linee, piante, dolci, tra gli altri, immaginando composizioni surreali e geometriche. Alcune delle fotografie concettuali sono intense e inquietanti e ci fanno dubitare della relazione tra i nostri corpi e la materia organica.