highlike

Fuse

Multiverse

fuse Multiverse

source:fusefactoryit
Multiverse è una installazione audiovisiva che esplora l’evoluzione di infiniti universi possibili tramite l’utilizzo di grafiche e suoni generativi che sfruttano la teorizzazione dell’esistenza del cosiddetto multiverso: un sistema composto da un infinito numero di universi che coesistono parallelamente fuori dal nostro spazio-tempo.

L’installazione pone le sue fondamenta proprio su questo concetto e, attraverso la creazione di una successione di quadri digitali generati in tempo reale, tenta di rappresentare l’eterna nascita e morte di infiniti universi paralleli.

La teoria del multiverso di Lee Smolin, fisico teorico statunitense, ci ha aiutato a creare un contesto narrativo scientificamente coerente. Per Lee Smolin il nostro universo è solo uno di un cosmo molto più grande (il multiverso), membro di una comunità crescente di universi, ciascuno dei quali nato dal collasso seguito la formazione di un buco nero. Durante questo evento i valori di determinati parametri liberi delle leggi fisiche vengono riprogrammati e leggermente modificati. Questo processo porta ad una immagine rivoluzionaria di un multiverso dove gli universi con più buchi neri hanno maggiori discendenti. Smolin conclude che, a causa di questa Selezione Cosmologica Naturale, il nostro universo si trova in questa precisa configurazione ed è nato seguendo proprio questo meccanismo; anche l’esistenza della terra e di noi stessi, quindi, è in parte casuale, ma allo stesso tempo il risultato di una evoluzione infinita di altri universi. La possibilità di vita nel nostro universo viene vista, quindi, come la conseguenza di un processo auto-organizzato.

Multiverse infatti mira a creare un rapporto di grande intimità con lo spettatore pur volendo mantenere le gerarchie tra i due protagonisti. Da una parte l’effimera e vulnerabile figura umana e dall’altra parte qualcosa di estremamente vasto, incomprensibile e quasi impenetrabile come l’universo.

In Multiverse il ruolo di “creatore” spetta al software, un’applicazione sviluppata in openFrameworks che gestisce la generazione delle varie scene visualizzate e che si interfaccia con Ableton live e Max/MSP per la produzione della soundtrack e del sistema generativo sonoro. Ogni quadro digitale rappresenta una tappa del percorso evolutivo di un multiverso il quale si evolve attraverso una serie di passaggi chiave teorizzati da Smolin. In particolare si parte dal presupposto che il collasso gravitazionale di materia non finisca in una singolarità di un buco nero ma questa dia vita a un cosiddetto universo-figlio. Mentre le leggi fisiche della simulazione rimangono le medesime ogni volta che questi eventi avvengono vi sono dei piccoli cambiamenti randomici dei valori dei parametri delle leggi fisiche durante il rimbalzo che porta all’origine di un nuovo universo che ha leggere differenze nelle sue proprietà fondamentali.

Le simulazioni particellari che si mostrano allo spettatore nascono attraverso la realizzazione di un ambiente simulato ad hoc che ci ha permesso di sperimentare diverse regole di movimento e di relazione con l’ambiente. In particolare le particelle reagiscono tra loro e con l’ambiente circostante andando a modificare quelle che sono le informazioni percepite attraverso la modifica di un campo vettoriale che archivia i valori all’interno di uno spazio voxel. La strategia ha coinvolto l’utilizzo massiccio di programmi shader che permettono di massimizzare le prestazioni hardware e ottimizzare la pipeline grafica sulla GPU.

Ogni scena però non si ripete uguale a se’ stessa, terminata, infatti, la sequenza di passaggi e trascorsi quindi trenta minuti, si ripropone uno scenario simile all’inizio della prima scena ma che in realtà porta in dote le informazioni genetiche del precedente passaggio evolutivo ed esplora nuove possibilità attraverso una modifica dei cosiddetti parametri fondamentali. La natura generativa del sistema permetta la creazione di infinite variazioni che ciclicamente si susseguono durante la vita dell’opera.

L’installazione è composta da una proiezione verticale di 7,5 metri, mentre due grandi superfici specchianti generano un riflesso infinito dell’immagine verso il cielo e verso il centro della terra. L’obiettivo è quello di aumentare la percezione del reale dando così la sensazione che l’installazione vada oltre le pareti fisiche proiettandosi in uno spazio sconfinato.

L’installazione è stata realizzata per la prima volta a BDC28, una chiesa sconsacrata nel centro storico di Parma. Borgo delle Colonne 28 è il quartier generale di BDC, un centro dedicato all’arte contemporanea fondato da Lucia Bonanni e Mauro Del Rio che ha giocato un ruolo significativo nel progetto diventando co-produttore dell’opera.
.
.
.
.
.
.
.
source:bloomingfestivalit
fuse* è uno studio ed una compagnia di produzione indipendente fondata nel 2007 che opera nell’area di incontro tra arte e scienza con lo scopo di esplorare le possibilità espressive date dall’uso creativo delle tecnologie digitali emergenti.
Sin dalle origini la ricerca dello studio ha avuto come obiettivo primario la creazione di installazioni e performance multimediali capaci di coinvolgere profondamente il pubblico amplificando l’impatto emotivo della narrazione. Nel corso degli anni lo studio si è evoluto, tendendo verso un approccio sempre più olistico alla creazione di nuovi progetti. Affidandosi ad un modus operandi che valorizza la sperimentazione pura, l’intento è quello di realizzare opere in grado di ispirare le persone, spostare i confini e cercare nuove connessioni tra luce, spazio, suono e movimento.
fuse* lega da sempre il proprio sviluppo a quello della comunità in cui opera, sostenendo, promuovendo ed ideando progetti che hanno come obiettivo la diffusione della cultura e della conoscenza. Con questo intento dal 2016 co-produce il festival di musica elettronica ed arti digitali NODE.

Multiverse Prototypes è una serie composta da venti esperimenti audiovisivi creati durante la fase di progettazione di Multiverse, installazione site-specific realizzata all’interno della chiesa sconsacrata nel cuore di Parma e sede di BDC – Bonanni Del Rio Catalog. L’opera tenta di rappresentare l’eterna nascita e morte di infiniti universi paralleli attraverso la creazione di una successione di quadri digitali, generati via software in tempo reale.
Esistono diverse teorie che ipotizzano modelli cosmologici di multiverso. Quella che ha ispirato la creazione di Multiverse è la teoria della Selezione Naturale Cosmologica, proposta dal fisico teorico statunitense Lee Smolin. Questo modello prevede la nascita di vari universi da un universo progenitore e, analogamente a quanto accade in biologia secondo la legge di selezione naturale di Charles Darwin, ogni universo che nasce acquisisce caratteristiche “genetiche” in parte diverse rispetto al precedente; nel tempo, così, si verifica un progressivo aumento degli universi con caratteristiche favorevoli alla sopravvivenza mentre altri universi cessano di esistere. Secondo la teoria di Smolin anche il nostro universo è nato seguendo questo meccanismo e quindi anche l’esistenza della Terra e di noi stessi è in parte casuale e allo stesso tempo il risultato di una evoluzione infinita di altri universi.
In Multiverse il ruolo di “creatore” spetta al software, che stabilisce una serie di regole che descrivono il comportamento con il quale questi universi vengono concepiti. La natura generativa del sistema permette la creazione di infinite variazioni che si susseguono ciclicamente durante la vita dell’opera.