Adam Cvijanovic
source: saatchigallery
Drawing inspiration from Renaissance fresco painting, Adam Cvijanovic’s ‘portable murals’ depict contemporary landscapes with a sense of celestial awe. Spanning 75 feet, Cvijanovic’s Love Poem captures the dreamy and disquieting essence of suburban Americana as a rapturous science fiction tableau. Envisioning sun-bleached L.A. ten minutes after the end of gravity, Cvijanovic’s utopia ascends in a whirlwind of consumerist ecstasy. Emulating movie backdrops as well as the acclivous perspective of cathedral dome tromp l’oiels, Love Poem… combines the sublime horror of disaster films with a majestic religiosity, as bungalows, Broncos, and palm trees are destroyed in the exaltation of their own perfectness. Painted entirely by the artist without assistants, on a plastic used by Fed Ex, Cvijavovic’s work reconstitutes the intimacy of timeless artistry with a modern day immediacy.
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source: artribune
In questa personale, Adam Cvijanovic (Cambridge, Massachusetts, 1960; vive a New York) ha riprodotto gli immensi murales trompe-l’oeil realizzati a partire dagli Anni Quaranta da Perry Wilson; Natural History è dunque una mostra che strizza l’occhio ai diorami attraverso i quali pittori come Wilson, Lee Jacques e Morril dimostravano la loro grande maestria nel riprodurre la realtà naturale di luoghi a volte nemmeno mai visitati. Da questo presupposto – la riproduzione “fedele” della realtà – parte la riflessione di Cvijanovic, che ripropone sui grandi muri della galleria le immagini dell’ala degli animali nordamericani del Museo di Storia Naturale, inserendo ogni volta un particolare che “tradisce” la veridicità del dipinto.
Così nella prima sala si viene accolti dalla gigantesca Discovery of America che pare “crollare” dai muri laddove due scenari vengono in contatto: da una parte gli uomini a cavallo, novelli esploratori, dall’altra la maestosa natura delle pianure americane non finita… il verde dei prati cola dalla tela, mentre di fronte al visitatore, su un piano prospettico più vicino, campeggiano una scala e delle assi di legno e a terra la scatola di una pizza da asporto che l’artista pare aver consumato mentre era occupato a disegnare, o meglio, a riprodurre la realtà.
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source: verybigapplewordpress
In questa personale, Adam Cvijanovic (Cambridge, Massachusetts, 1960; vive a New York) ha riprodotto gli immensi murales trompe-l’oeil realizzati a partire dagli Anni Quaranta da Perry Wilson; Natural History è dunque una mostra che strizza l’occhio ai diorami attraverso i quali pittori come Wilson, Lee Jacques e Morril dimostravano la loro grande maestria nel riprodurre la realtà naturale di luoghi a volte nemmeno mai visitati. Da questo presupposto – la riproduzione “fedele” della realtà – parte la riflessione di Cvijanovic, che ripropone sui grandi muri della galleria le immagini dell’ala degli animali nordamericani del Museo di Storia Naturale, inserendo ogni volta un particolare che “tradisce” la veridicità del dipinto.
Così nella prima sala si viene accolti dalla gigantesca Discovery of America che pare “crollare” dai muri laddove due scenari vengono in contatto: da una parte gli uomini a cavallo, novelli esploratori, dall’altra la maestosa natura delle pianure americane non finita… il verde dei prati cola dalla tela, mentre di fronte al visitatore, su un piano prospettico più vicino, campeggiano una scala e delle assi di legno e a terra la scatola di una pizza da asporto che l’artista pare aver consumato mentre era occupato a disegnare, o meglio, a riprodurre la realtà.