EVAN PENNY
에반 페니
エヴァンペニー
source: 7revistawordpress
Este é o trabalho recente do artista canadense Evan Penny, que cria esculturas esticadas e distorcidas de retratos que se erguem ao longo de quase 3 metros de altura. Seus outros trabalhos também são hiper-realistas, em que ele usa silicone e outros materiais para imitar a textura da pele, do cabelo, e de cada folículo em grande escala. Em 2007, Penny começou a trabalhar com um processo de análise 3D avançado, que lhe permite inclinar objetos virtualmente e depois imprimi-los em espuma utilizando um método de prototipagem rápida, usando a estrutura resultante como uma base para o resto da escultura. Incrível.
.
.
.
.
.
.
.
source: glenboworg
L’œuvre d’Evan Penny n’est pas une représentation du réel, aussi détaillée soit-elle. Il ne fait aucun doute que Penny sait reproduire un sujet mais, en biaisant la dimension, il remet en question nos perceptions, nos amenant à nous arrêter quelques instants et nous interroger. Le sujet est-il réel, nous demandons-nous?
.
.
.
.
.
.
.
source: thisiscolossal
This is the recent work of Canadian artist Evan Penny who creates stretched and skewed sculptural portraits that tower over 9 feet tall. Some of his other work is actually hyper-realistic, in that he uses silicone and other materials to mimic the texture of skin and hair down to the detail of every last follicle on a large scale. In 2007 Penny began working with an advanced 3D scanning process that allows him to skew objects virtually and then print them in foam using a rapid prototyping method, using the resulting framework as a base for the rest of the sculpture. Awesome stuff.
.
.
.
.
.
.
.
source: taringanet
Estas son obras del canadiense Evan Penny, que crea esculturas estiradas y sesgadas que superan los 2 metros de altura.
Algunas de sus otras obras incluyen retratos hiperrealistas, en los que usa silicona y otros materiales para imitar la textura de la piel y el cabello hasta el mínimo detalle del último folículo a gran escala.
En 2007 Penny comenzó a trabajar con un procesos de escaneo 3D de punta que le permite sesgar objetos en forma virtual y luego llevarlos a espuma mediante un veloz proceso prototípico, que usa como base para desarrollar el resto de la escultura.
.
.
.
.
.
.
.
source: catanzaroinformait
Evan Penny, scultore canadese, discepolo della corrente Iperrealista fondata alla fine degli anni 60 da Duane Hanson, supera i suoi predecessori e contemporanei, nella quasi maniacale minuziosità dettagliata del particolare dell’ umana immagine. Che cosa di Evan Penny colpisca, rimane un mistero, prova ne è che nell’osservare alcune sue opere si viene colti da un inspiegabile, ma sensazionale brivido ! Le sue opere raffiguranti, persone comuni abbigliate con vestiti veri fatti su misura, sono composte di strati di colore pigmentato, tessuto, resina ,silicone, alluminio e argilla.
Sculture a grandezza naturale o ingigantite, lavorate in digitale e poi terminate con l’infaticabile minuzia , propria, di coloro che ricercano la perfezione nell’imperfezione.
Mescolando astrazione e figurazione le sculture iperrealiste di Penny si allineano sul confine tra oggetto e immagine, ritraendo il corpo umano sia nella forma reale che come potrebbe essere quando lo si immagina attraverso le distorsione create dai potenti strumenti digitali di ultima generazione.
Ciò che maggiormente attrae di Penny è la sua teoria in relazione al tempo, contraria per alcuni aspetti a quella del filosofo francese Bergson. E’ dunque interessante osservare come venga resa da Penny la continuità temporale , rappresentata attraverso un ricordo del passato e la previsione di un possibile futuro: se stesso da giovane ( Young Self ) e successivamente da vecchio ( Old Self ). Per Bergson, autore di un autorevole saggio sulla concezione del tempo ,” La Teoria del Tempo “( prima metà del Novecento ), la memoria, vive nella temporalità della durata, essa è “conservazione e accumulazione del passato nel presente” e conserva nello stesso tempo, l’intera esperienza della coscienza. Tale esperienza è il risultato dell’interazione tra l’immagine-corpo e le immagini-oggetto che sono presenti nel mondo . Per cui La realtà è dunque per Bergson una esteriorizzazione delle immagini che albergano nella memoria, mentre per Penny la realtà, è sì un’esteriorizzazione delle immagini, ma che a differenza del filosofo, non albergano nella memoria, poiché frutto di una geniale intuizione proiettata nel tempo.