highlike

Gérard Grisey

Partiels

Gerard Grisey - Partiels

source: jstororg

Partiels, de Gérard Grisey, est l’œuvre la plus fréquemment citée lorsque l’on évoque la musique spectrale. Si sa conception (la composition est entièrement construite autour d’un spectre de mi grave) y est pour beaucoup, c’est plus généralement l’ensemble des idées développees dans cette œuvre, la combinaison des processus, le travail sur le temps qui ont marqué toute une génération de compositeurs. Pour toutes ces raisons, Partiels apparaît comme la manifestation la plus claire de l’école spectrale naissante. Le présent article, tout en expliquant les nouvelles données de ce type d’ouvrage et les différents processus mis en œuvre, essaie également de montrer comment le compositeur dynamise la structure, en jouant constamment sur différents degrés de prévisibilité. Partiels, by Gérard Grisey, is the work most often quoted when speaking of spectral music. If this is due mainly to the conception of the piece (entirely based on the spectrum of low E), it is also because of the set of ideas developed, the combination of processes, the work on duration and time that have influenced an entire generation of composers. As a result, Partiels appears as the most evident manifestation of the new spectral movement in the seventies. The paper explains the new elements of this sort of composition and the different processes brought into play, and tries to show how the composer makes the structure more dynamic, working constantly with different degrees of the listener’s expectations.
.
.
.
.
.
.
.
source: classical20

Partiels for 18 Musiciens

Partiels is a defining piece of Spectral music by Gérard Grisey whose opening is derived from an electronic sonogram analysis of the attack of a low E2 on a trombonet. This spectrum is orchestrally synthesized through the assignation of different instruments to each partial in such a way as to harmonically and gesturally model the dynamic temporal evolution of the attack. Many second and third generation spectral composers cite Partiels as causing their initial interest in the spectral outlook.

Thus the opening features the successive entrance of lower partials with the fifth and ninth partials being louder than lower ones, including the fundamental, and all higher partials gradually trailing off in amplitude. Each partial is approximated to the nearest quarter tone. A low bass reinforces the fundamental an octave lower on the open E1 string which is central to Les Espaces Acoustiques cycle of which Partiels is a part.

The piece also makes use of sum and difference tones to create harmonies.
.
.
.
.
.
.
.
source: altremusicheit

La musica spettrale ha come sua caratteristica strutturale quella di contenere “materiale interamente derivato dalle proprietà acustiche del suono” (von der Weid, “La musica del XX secolo”, Ricordi/LIM). Rispetto al serialismo, che “adotta una metodologia compositiva regionale e polinucleare, la musica spettrale adotta il punto di vista della globalità e della continuità operativa” (ibidem). Itinéraire è stato il gruppo di compositori e teorici della musica, costituito in Francia nel 1973, noto forse ai più come gruppo degli spettrali e formato, tra gli altri, da autori come Grisey, Murail, Artaud e Dufourt.
Dice Grisey: “Noi siamo musicisti e il nostro modello è il suono, non la letteratura; il suono, non le matematiche; il suono, non il teatro, le arti plastiche, la teoria dei quanti, la geologia, l’astrologia o le agopuntura.” E ancora: “Innanzitutto, prendiamo suo serio il suono. Se non impariamo a giocare con lui, lui si prenderà gioco di noi.”

Les Espaces Acoustiques possono essere letti come un lungo e imponente gioco sul suono che inizia nel 1974 per concludersi nel 1985. Si tratta di sei ampi lavori strumentali, ognuno dei quali estende lo spazio acustico del precedente in una direzionalità che tende progressivamente all’espansione, ma anche all’attenuazione, in un espansivo gioco di chiaroscuri dal fascino quasi pastorale.
Periodicità e spettro armonico costituiscono la base formale, l’elemento unitario di queste sei composizioni che, nelle intenzioni di Grisey, non devono più riferirsi al mondo dell’udibile in quanto oggetti sonori formati da note, ma come forme disegnate dall’espansione di suoni armonici, quasi rappresentabili nella ciclicità di un respiro.
Prologue estende la ciclicità di un delicato tratto disegnato dalla china per una viola che conduce progressivamente allo schizzo imbrattato, quasi violento per poi cedere il passo a Périodes, per 7 musicisti che imposta lo schema espansione/contrazione che diventa la chiave di volta di tutti i brani successivi. Partiels (per 18 strumenti), in cui si sperimenta la vicinanza armonica con il rumore; Modulations che ampia l’organico fino a 33 musicisti e Transitoires per grande orchestra, infine Epilogue, per 4 cori soli e grande orchestra. Un puro divenire sonoro che solletica un’idea di ascolto intenso e ricco di benessere.