JIMMIE DURHAM
지미 더햄
ג’ימי דורהאם
吉米·达勒姆
جيمي دورهام
source: muhkabe
Born in Arkansas in 1940, Jimmie Durham is a sculptor, essayist and poet. He began working as a sculptor in 1963 and in 1969 he moved to Europe and studied at the Ecole de Beaux Arts in Geneva. Along with three other sculptors he formed the group Draga, which researched ways to allow the plastic arts to be more accessible to public life. At the same time, along with a Mapuche Indian from Chile and a Quechua Indian from Bolivia, he formed an organization, Incomindios, which attempted to coordinate and encourage support for the struggle of Indians of the Americas.
In 1973, Durham returned to the US to become a full-time organizer in the American Indian Movement (AIM). During this time he served as director of the International Indian Treaty Council and representative to the United Nations. In the early 1980s Durham returned his attention to art in New York City.
In 1987 Durham moved to Cuernavaca, Mexico, where he was based until moving to Europe in 1994. During his time in Mexico, Durham began to exhibit internationally, including at the Whitney Biennial, Documenta IX, ICA London, Exit Art, New York, the Museum of Contemporary Art, Antwerp and the Palais des Beaux-Arts, Brussels. He also published a large number of essays in books and periodicals, including Art Forum, Art Journal and the Third Text. In 1995, A Certain Lack of Coherence a collection of his essays was published by Kala Press.
His work has been selected for the 55th edition of the Venice Biennale. His solo exhibitions in Europe has included venues such as MuHKA, Antwerp (2012), the Glasgow International Festival (2010), the Musée d’Art Moderne de la Ville de Paris (2009), the Musée d’Art Contemporain, Marseilles (2003), the Museum Voor Actuele Kunst in den Hague (2003), the Kunstverein, Munich (1998) and the Wittgenstein Haus, Vienna (1996). Durham has participated in the Venice Biennale (2013,1999, 2001, 2003 and 2005), Documenta (IX, XIII) and the Whitney Biennale (1993 and 2006), among others.
In 1995 Phaidon published “Jimmie Durham”, a comprehensive survey of his art. In 2009, on the occasion of Durham’s retrospective at the Musée d’Art Moderne de la Ville de Paris, Pierres rejetées, a catalogue of Durham’s work in Europe was published.
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source: 9511019857
Jimmie Durham (nato nel 1940 a Washington, Arkansas, da una famiglia di origini e tradizione cherokee) è un artista, ma anche poeta e saggista nordamericano; attualmente vive a Roma. La sua prima personale è del 1965 a Austin (Texas); successivamente (1968) si sposta in Svizzera a Ginevra, dove studia alla École des Beaux-Arts per poi ritornare nel 1973 negli Stati Uniti; partecipa tra l’altro allo scontro tra indiani nativi americani e forze governative a Wounded Knee. E’ molto attivo nell’American Indian Movement (AIM), dove lavora come organizzatore politico fino a diventare membre del Consiglio Centrale del movimento. Quando alla fine degli anno ’70 l’AIM si frammenta, Durham, che in quel momento vive a New York, ritorna all’arte e alla scultura, scrivendo anche poesie. Nel 1987 si trasferisce in Messico, per poi ritornare in Europa nel 1994. Attualmente vive a Roma. Tutto il suo lavoro tende, con forte carica ironica, ma grande precisione, a criticare l’attuale stile di vita occidentale, diciamo “coloniale” per un indiano che trova il suo territorio invaso da stranieri, contrapponendo una diversa teoria e un diverso modo di guardare il mondo. Jimmie Durham nel suo lavoro usa modalità espressive diverse spaziando dal disegno alla scrittura, dalla scultura all’ installazione. Quest’ultima spesso entra in un rapporto critico con l’architettura occidentale codificata. Il riferimento contenuto nel titolo dell’installazione, Detour over Rome, creata per l’occasione nel giardino dell’Acquario Romano, fa riferimento all’ultima città dove Jimmie ha scelto di risiedere. “Detour over Rome” è un intervento pensato e realizzato appositamente per l’Acquario Romano, un progetto artistico che si integra al luogo interessando sia l’interno che l’esterno dell’edificio della Casa dell’Architettura. Rispetto al “Gran Tour” del Settecento-Ottocento, che aveva una sua regolarità con una andata e un ritorno, “Detour over Rome” destrutturizza questo concetto di viaggio circolare ordinato. . E’ come un viaggio su Roma, ma anche sull’arte, imprevedibile e caotico. Una tubatura in pvc parte dal terreno percorrendo la cima di una pietra di basalto, a superficie irregolare, dalle dimensioni di 1,5 metri x 1,5 circa, e proseguendo continua in direzione dell’edificio. Il suo diametro si riduce progressivamente in prossimità del davanzale e della finestra del primo piano da cui entra per dirigersi verso la biblioteca e continuare all’interno dell’edificio con un passo non-direzionale, concludendosi in filamenti di rame.