Maurizio Cattelan & Pierpaolo Ferrari
source: coreform-ula
Toilet Paper Magazine, a Recent collaboration between artist Maurizio Cattelan and photographer Pierpaolo Ferrariis, is a “new generation” magazine that combines commercial photography, twisted narratives and surrealistic imaginary to create a series of powerful visual tableaux. Maurizio Cattelan, a strong and provocatory artist, is challenging again the limits of contemporary value system of which he is part. This time he teases the ambitious world of magazine publishers and serious art critics. He is not afraid to build a bridge between the commercial photography and art. The photographs visualize the ideas of the artist and are created in collaboration with a well known Italian photographer Pierpaolo Ferrari. In an interview for the Italian edition of Vogue Ferrari comments on the new magazine : “The magazine springs from a passion/ obsession that Maurizio and I have in common. Each picture springs from an idea, even a simple one, and then becomes a complex orchestration of people who build tableaux vivants. This project is also a sort of mental outburst.”
.
.
.
.
.
.
.
source: kingsroad.it
Ci sono artisti che creano spunti per le riviste, e ce ne sono altri che si inventano riviste per darsi degli spunti. È il caso di Maurizio Cattelan, controverso esponente del panorama creativo contemporaneo, padovano di nascita ma “americano” per scelta, autodidatta e poi manager di sé stesso, autore, tra le altre cose, di happenings tra i più chiacchierati della storia dell’arte, quali forma di provocazione visiva estrema. Non bastassero le sue stesse produzioni a muovere gli animi, ci si mette pure una collezione, firmata a suo nome, di immagini raccolte qui e lì per poi essere impaginate insieme in un unico giornale, Toilet Paper, ideato dall’artista stesso in coppia con il fotografo Pierpaolo Ferrari e pubblicato dalla Deste Foundation for Contemporary Art di Atene.
Già il titolo si presenta quale forma di scherno ai danni dell’osservatore: la carta da cesso è servita, ma prima ancora di questo utilizzo è possibile indagare l’utilità ludica del presente prodotto editoriale sfogliandone i contenuti mentre si provvede alle proprie funzioni vitali, specie quelle da effettuarsi presso il water. Insomma un ready made ecocompatibile, l’usa e getta per eccellenza, da sfruttarsi liberamente nel breve arco di una pisciata. Andando oltre le due parole che, abbastanza chiaramente, descrivono le intenzioni degli ideatori, c’è una copertina, la forma di riassunto più autentica riguardo i contenuti di una rivista: una sola immagine regna sovrana quale sfondo al titolo della testata, tutto il resto è superfluo. Nella fattispecie, per il secondo numero Cattelan sceglie un indice insanguinato che sgocciola verso il basso, una forma di accusa, forse, a chi giudica supponendo di sapere, senza porsi l’ombra di un dubbio; siamo in discussione tutti quanti, pubblicamente, chiamati in causa già a pagina uno.
Introducendo uno sguardo curioso tra le pagine ci si accorge subito dell’assenza di un testo: lo scatto è protagonista assoluto dell’intera pubblicazione, e per nulla al mondo verrà mai associato a una qualche forma di didascalia. La scarica di informazioni visive che irradia il serpentone di facciate spillate l’una con l’altra di forza è una presentazione power point su carta di impressioni, inquietudini, dubbi e attività onirica tratti direttamente dal panorama visivo contemporaneo. L’irrazionale in quanto piatto unico di un pasto principale consumato in piedi non è nuovo (Duchamp docet, in materia), ma è nuova la modalità: nessuno aveva mai lanciato sul mercato una rivista di libera associazione, senza un filo rosso apparente tra le immagini in questione, senza articoli ben definiti, senza didascalia alcuna, senza notizie. Questo è l’esempio di un’informazione che non informa, un taccuino d’artista redatto così com’è, mai parafrasato. La potenza evocativa delle situazioni collezionate da Cattelan e Ferrari ha del violento forse proprio grazie al silenzio del verbo sulla visione, la qual cosa rende, se è possibile, parlanti le mute figure fermate dall’obiettivo, siano esse orecchie in cheddar sauce o suore sul punto di iniettarsi una dose o, perché no, sfacciatissime cameriere nude stese come fermacarte su scrivanie piene zeppe dei soliti, piccoli, disordinati affari quotidiani condivisi da tutti, lettori compresi. Toilet Paper è pubblicità, arte, intrattenimento, curiosità, parodia (ci è andato di mezzo perfino Man Ray), fotoritocco e illusionismo, ma soprattutto Toilet Paper è un collage che unifica la società cui appartiene perché viene direttamente da lei, ne è l’emanazione contingente, il prodotto diretto, in un certo senso perfino la scoria, il sovrappiù da espellere sbattendolo nero su bianco.
Provare per credere, possibilmente in pausa pipì: e se finisce la carta niente paura, c’è sempre il giornale.
.
.
.
.
.
.
.
source: webespacioaparte
Cuando hablamos de Maurizio Cattelan, lo hacemos, seguramente, de uno de los artistas más influyentes de la actualidad. Nacido en Padua, Italia, en 1960, vive y trabaja en Nueva York. Podríamos definirlo como un escultor, ya que la mayor parte de su obra es escultórica, pero creo que sería más correcto decir de él que es un creador de imágenes.
Su obra es realmente irónica y crítica, con la sociedad en general y con el mundo del arte contemporáneo en particular. Esa profunda crítica implícita en su trabajo se convierte en transgresión y provocación en muchos casos, pero esto no evita que sus obras, quizás gracias a esto, alcancen una belleza y una profundidad dignas de admirar. Porque, como alguna persona dijo, Cattelan es más un poeta que un narrador; sus obras son poemas visuales, existe una gran poética en ellas más allá de cualquier provocación.
Es cierto que el que aquí escribe aprecia el trabajo de este artista, es más, me encanta su trabajo, pero soy consciente de que estamos ante un artista de los que, para bien o para mal, no deja indiferente a nadie. Ha habido mucha polémica en torno a su figura, concretamente en torno a algunos de sus trabajos, como pasó con la obra Untitled, la cual tuvimos la oportunidad de ver en la Bienal de Arte Contemporáneo de Sevilla en el 2004, y que, por supuesto, no pasó desapercibida. Aquí abajo podéis verla (La imagen de la izquierda es de la Bienal de Sevilla y la de la derecha es la misma obra expuesta en una plaza del centro de Milán).
Entiendo que la primera impresión es dura, pero, ¿qué se esconde detrás de esta provocación? Crítica. Crítica a la sociedad que mira, pero no ve. Diariamente mueren miles de niños en todo el mundo por causas realmente absurdas sin que nadie haga nada por evitarlo y, además, siendo todos conscientes de ello, lo vemos mientras comemos en los telediarios y no nos asustamos. Sin embargo esto si nos escandaliza. Obviamente, la obra creó una gran polémica en la ciudad y dividió al entonces gobierno de Chaves. Su consejera para la Igualdad y Bienestar expresó su malestar y pidió que se retirara la obra. La Bienal no se dio por aludida y en defensa del artista, que ya no se encontraba en la ciudad, salió Juana de Aizpuru, la cual dijo algunas frases que venían a reforzar la figura y el trabajo del artista italiano: “Cattelan es un provocador, pero hay que entender que el papel de los artistas actualmente no es hacer cosas bellas que satisfagan, sino preguntar sobre temas candentes”. “¿Cómo la sociedad puede ser tan hipócrita de que haya un muñeco colgado cuando a diario vemos que hay imágenes de niños con sus madres que se mueren?”. En fin, lo que había que dejar claro es que esta obra parte de la provocación para denunciar un hecho real.
.
.
.
.
.
.
.
.
source: palazzograssiit
Maurizio Cattelan, né à Padoue en 1960, vit et travaille aujourd’hui à New York. Ses œuvres, ironiques et/ou provocatrices, qui n’épargnent rien (l’art, son marché, les musées, la société, la politique, la religion, l’économie…) ni personne (ses galeristes, Picasso, le Pape et… Cattelan lui-même) font de lui l’un des protagonistes majeurs de l’art des vingt dernières années. Au travers de mediums aussi divers que la sculpture, l’installation, la performance, mais aussi la création de magazines (comme le récent « Toilet paper »), ou d’espaces d’exposition comme la «Wrong Gallery »… son œuvre est constamment en équilibre entre réalité et fiction, paradoxe et transgression, humour et tragédie. Il vole, prélève, modifie, déplace, substitue, joue, dépasse les limites, irrite, désoriente, bouleverse les points de vue habituels.
.
.
.
.
.
.
.
source: tecnoartenews
Há alguns anos, o artista Maurizio Cattelan (que recentemente exibiu uma exposição solo – retrospectiva – no Guggenheim, marcando sua “aposentadoria” no mundo das artes ) e o reconhecido fotógrafo internacional Pierpaolo Ferrari publicam a revista bianual Toilet Paper. Trata-se de uma coleção de imagens extravagantes, engraçadas, com temáticas absurdas.