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PAOLA PIVI

Паола Пиви

How I Roll

source: designboom

the milan-born and now alaska-based artist paola pivi has conceived of ‘how I roll’ an art installation for new york city’s public art fund. the artwork features an endlessly turning six-seat piper seneca plane held aloft by its wings joined to two steel columns and powered by a strong motor system. pivi’s piece is open to the public twenty-four hours a day, made secure by a chain-link fence encircling the entirety of the plane’s 360 degree range of motion. ‘how I roll’ is displayed in central park’s doris c. freedman plaza on 60th and 5th avenue and is part of a sculpture series by the artist formed from monstrous machines stripped of their typical function given a new range of movement or turned upside down.
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source: i-italyorg

La spiccata predilezione di Paola Pivi per gli aeroplani è cosa risaputa e particolare arcinoto negli ambienti d’arte del Belpaese.

Nel 1999, alla Biennale di Venezia, aveva capovolto un caccia Fiat G-91, esposto poi anche nella personale del 2006 alla Fondazione Trussardi. Nel 2009 invece il viaggio in aereo l’ha fatto fare a ottantaquattro pesci rossi, che hanno sorvolato, in altrettante palle di vetro, il mare di Tasman.

Stavolta, l’artista milanese l’aeroplano – un piper Seneca a sei posti – ha deciso di farlo volteggiare, come un agile ginnasta, intorno a un perno.
L’installazione dal titolo How I Roll rappresenta il primo progetto pubblico dell’artista negli Stati Uniti, è stata prodotta- commissionata dal Public Art Fund di New York e sovvenzionata da alcune donazioni private.

Milanese, 32 anni, Paola Pivi si è affermata con una carriera a dir poco fulminea, la sua prima personale risale infatti al 1998, come una presenza dalla tempra forte e dal carattere deciso dell’arte italiana.

Mantenendo una sorta di formalizzata, fredda oggettività, l’artista presenta attraverso grandi fotografie situazioni in cui persone, oggetti, animali, sono colti in situazioni surreali.

Si tratta di vere e proprie performances senza spettatori, condensate in immagini.

La Pivi si è fatta notare con exhibition di grande effetto: dal camion rovesciato del 1997, all’ aereo da caccia, un Fiat G-91 capovolto del 1999, esposto alla Biennale di Venezia.

Il suo lavoro più recente, visibile nelle sale del Macro di Roma, propone grandi foto di zebre in un paesaggio alpino innevato.

Così è stato per l’asino in una barca, la cui gigantografia ha campeggiato su un rio di Venezia durante la Biennale 2003, e per gli struzzi su una spiaggia.

Altra performance della Pivi che ha suscitato clamore è “Cento cinesi” del 1998 in cui cento cinesi posarono uno accanto all’altro formando un quadrato, nella galleria milanese di Massimo De Carlo.

L’artista attualmente è impegnata nel progetto di fotografare in scala 1:1 gli oltre 2 km dell’isola di Alicudi dove vive quando non è a Londra.

L’artista rivela nei suoi lavori una matrice concettuale, duchampiana, coltivata con distacco “scientifico”, forse influenzata dagli studi di Ingegneria che aveva intrapreso.

Artista globetrotter ed ecumenica, quest’estate 2012 Paola Pivi ha deciso di dare un’evidenza plastica, tangibile e incontrovertibile, a questa sua vocazione. E allora ecco che a New York installa il suo How I Roll, un aeroplano piper Seneca a sei posti che volteggia intorno a un perno, appeso in verticale per le ali, è in grado di ruotare lentamente sul suo asse, con entusiamo trascinanate per il pubblico.

How I Roll attiva al Doris C. Freedman Plaza, l’angolo tra la 5th Ave e la 60th St di Central Park dal 20 giugno, data della sua inaugurazione, dalla quale non ha mai smesso di ruotare fino al 26 agosto, data di chiusura dell’installazione, è purtroppo incorsa lo scorso 18 luglio in una tempesta di pioggia.

Una volta tornato il sereno, il Piper ha iniziato a ruotare molto più lentamente di prima. A questo punto alcuni responsabili del Public Art Fund hanno deciso di rimuovere la scultura per effettuare alcune riparazioni: “abbiamo deciso di agire cautamente con tutte le precauzioni del caso. Così abbiamo rimosso l’aeroplano e l’abbiamo riportato in studio per aggiustarlo.”

A causa della complessità della struttura e delle settimane di tempo necessarie per aggiustarla e per testarla si sarebbe dovuto attendere fino ad agosto inoltrato per rivedere in azione il Piper.

A questo punto, visto e considerato che la data di chiusura dell’installazione era stata fissata per il 26 agosto, Paola Pivi ed il Public Art Fund hanno deciso di chiudere in anticipo la loro avventura: “il Public Art Fund ha trasformato un mio sogno in realtà con la realizzazione di questa installazione. Ho concepito l’opera per la città di New York e dopo averci lavorato per diversi anni sono estremamente felice di aver raccolto i consensi del pubblico nell’arco di questo mese. Penso che quest’opera sia meravigliosa e sono soddisfatta che sia stata in mostra per tutto questo tempo” ha dichiarato Paola.

L’aereo della Pivi è atterrato prima del previsto.
Idee, creatività ed estro di questa performer cosmopolita sono ancora in alta quota…
Impegni ed ingegno viaggiano anni luce nella sua mente poliedrica…

Neanche il tempo di brindare all’installazione, che l’imprevedibile quarantenne – che vive da tempo ad Anchorage, Alaska – approda a Shanghai, per la sua prima grande personale in Cina, al Rockbund Art Museum.

Tre monumentali installazioni, un grande disegno e una selezione di fotografie, dipinti e oggetti, per l’esposizione curata dal direttore del museo, Larys Frogier, titolo Share, But It’s Not Fair.