ron gilad
رون جلعاد
罗恩·吉拉德
רון גלעד
ロン·ギラッド
РОН ГИЛАД
source: domuswebit
Ron Gilad, born 1972 Tel-Aviv, lives and works in New York City. Ron Gilad’s hybrid objects combine material wit with aesthetic play. They sit on the fat, delicious line between the abstract and the functional. His works deal with the relationship between the object and its function, questioning our perceptions. Varying from one-off to limited editions and production pieces, the works have no “expiration date” and reside in both public and private collections worldwide. Gilad asks unceasing questions in 3D form and fabricates answers that create an arena for fertile doubt. Metaphorically, Gilad is a linguist, creating his own language. He learns the origins of “words” and develops new “synonyms”.
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source: chometemporaryit
All’inizio della vita iniziamo a percepire la nostra esistenza rispecchiandoci negli occhi e nei volti di chi ci circonda. Il senso fondamentale del nostro stare nel mondo nasce qui. Man mano che cresce la nostra consapevolezza, lo specchio come oggetto diventa uno strumento aggiuntivo per la riflessione di sé.
In questa serie, “IX Mirrors”, Gilad suggerisce che l’immagine allo specchio racchiuda un’ipocrisia che riflette solo la nostra esteriorità.
Ci chiede allora di contemplare una possibilità più complessa e poetica del reale. Il titolo, che rimanda alle nove vite dei gatti, rappresenta la possibilità di altre vite interiori celate e svelate dall’anima dello specchio.
Gli specchi di Gilad sono semplici cornici di legno rettangolari in cui sono state introdotte delle narrative. Il riflesso dello spettatore non più oggettivo, contiene più di quanto riflette. L’aspetto funzionale diventa secondario; le corde sopra lo specchio, le cornici dorate svuotate e il portacandela di bronzo all’altezza del volto dello spettatore non hanno una funzione puramente decorativa.
Alcuni specchi contengono riferimenti storici che uniscono il presente con il passato e sono indizi di altre vite che si accostano cosi’ alla nostra. Altri giocano con la propria struttura, distorcendo la nostra percezione dello specchio come oggetto.
Dal punto di vista del design, questi principi sono la ricerca delle giuste proporzioni, ma Gilad ignora appositamente le giuste proporzioni, fino ad arrivare all’ estremo con soluzioni surreali.
Pur mantenendo la propria autenticita’ artistica, la collaborazione con Dilmos ha portato Gilad ad esplorare il passato artistico e culturale dell’Italia. Nei suoi specchi incorpora antiche stoffe veneziane, mosaici bizantini eseguiti a Ravenna, figure scolpite a mano modellate sull’esempio di sculture classiche romane.
Per lui l’atto di citare la storia ha due ruoli: conferire rispetto al passato e soddisfare l’esigenza di ridefinirlo in modo giocoso. La nostra comprensione di uno specchio è che riflette l’”immediato”, l’ “adesso”. In questi specchi l’ “adesso” viene infuso con il passato, con il “c’e’ stato” o con l’ “avrebbe potuto essere”.
Sono opere aperte che rappresentano uno stimolo non una soluzione.
Gli oggetti presenti da Dilmos non possiedono una progettualità stilistica uniforme, ma nelle intenzioni e nella volontà di considerare i pezzi che animano una casa, uno spazio, come elementi che ne accolgano il pensiero e che ne trasmettano, attraverso la loro alta capacità narrativa, le poetiche e le intenzioni.
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source: dkomag
Ce designer est né en 1972 à Tel Aviv. Il vit et travaille à New-York. Il vit et travaille à New-York. Dans sa réflexion, il s’intéresse à la relation entre un objet et sa fonction.
Il s’interroge sur la notion d’échelle et il joue là-dessus pour se pencher sur les frontières de la perception. Ron Gilad détourne les codes du design en évitant les justes proportions. Il aime les extrêmes qui conduisent aux situations absurdes et ironiques.
Son travail était présenté cette année à Paris sur l’espace mis en scène par Elizabeth Leriche après avoir été consacré à Milan en Avril dernier avec la série IX Mirrors pour la marque italienne Dilmos.
Dans cette série, le designer Israëlienne suggère que l’image reflétée contient une hypocrisie qui ne reflète que nos extérieurs. Il nous demande de contempler la possibilité d’une réalité qui serait plus complexe et plus poétique.
Les miroirs sont de simples cadres en bois rectangulaires qui ont été injectés d’histoires. Le reflet du spectateur n’est plus seulement « objectif »; il contient bien plus que le simple présent. L’aspect fonctionnel devient secondaire.
Certains miroirs de la série contiennent des références historiques qui associent le présent au passé; ils référent à d’autres vies en dehors de la nôtre. D’autres miroirs jouent sur la structure et déforment notre perception du miroir en tant qu’objet.
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source: feitcokr
베타 탱크, 피터 메리골드, 스튜디오 욥, 캄파나 형제… 밀라노의 디자인 갤러리 딜모스(Dilmos)가 탄탄한 디자이너
라인업으로 2011 디자인 마이애미/ 바젤 전시를 준비하고 있다. 이스라엘의 디자이너 론 질라드(Ron Gilad)도
빼놓을 수 없다. 그의 최신작 ‘아홉 개의 거울(IX Mirrors)’도 딜모스 부스에서 관람객들을 맞이할 것이다.
거울에 비친 이미지는 언제나 외양일 뿐이다. 그러나 때로 우리는 거울 속에서 그 이상의 것과 마주친다.
‘아홉 개의 거울’에서 론 질라드는 현실의 복잡하고 시적인 가능성들을 비추고자 한다. 거울을 커튼처럼 살짝 들어
올린 사람 조각, 귀빈이라도 맞이하듯 레드 카펫이 펼쳐진 작은 쥐구멍, 얼굴이 비춰질 곳에 버젓이 자리한 공백과
같은 요소들이, 유희적으로 등장하며 지각을 왜곡한다.