ألكسندر سوكوروف
亚历山大·索科洛夫
Александр Сокуров
FAUST
“Faust” è, a tutti gli effetti, una summa del cinema sokuroviano, ritroviamo le inquadrature magnifiche di “Arca russa”, i colori di “Moloch”, l’immagine lavorata di “Taurus”. Ma, probabilmente, è anche il suo superamento sfruttando il digitale, i diversi formati, un uso ossessivo della luce e dei colori per creare un’opera d’arte estetizzante e unica, straniante, d’impatto. Nonostante il fetore, che lo spettatore realmente percepisce, dei corpi sventrati, gli olezzi emanati da un Mefistofele caustico e fedele servitore – il cosiddetto “povero diavolo” – , Sokurov non concede allo spettatore di immedesimarsi nel Dottor Faust perché, nonostante sia un film dove la scrittura è in primo piano, è piuttosto un’esperienza visiva estrema, fisica e disturbante. Cosa va cercando Faust in giro per la città, nel suo perpetuo rincorrere un sapere che gli è ancora oscuro? Cerca denaro, cibo, corpi, ancorato ad una materialità che non gli consente di conoscere l’Anima, di toccarla con mano. Ha bisogno di vendere l’anima al diavolo firmando col sangue una lettera talmente sgrammaticata da far terminare l’inchiostro per le numerose correzioni che apporta. Non sa che gli aspetta la solitudine eterna e che a nulla vale tumulare il suo diavolo custode.

cinema full (in italiano)

Faust
Faust ist eine mehr als fünfstündige Performance, die während der sieben Monate der Biennale stattfindet. Die Arbeit interagiert stark von außen mit der Architektur des Deutschen Pavillons; in einem großen Käfig versteckte Wachhunde, dicke, bruchsichere Glasscheiben, die den Eingangsportikus des neoklassizistischen Gebäudes des Pavillons verschließen und dem Besucher nur die Möglichkeit des Blicks in die Haupthalle lassen, die Verlegung des Haupteingangs auf der Seite des Pavillons und schließlich die beunruhigende Präsenz von Menschen, die auf der Dachkante sitzen, antizipieren ein Gesamtkunstwerk, in dem sich verschiedene formale und expressive Schichten und Mittel – von visueller Installation bis Musik, von Malerei bis Live-Performance – überlagern.