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Achim Menges and Jan Knippers

Maison Fibre

Maison Fiber è un’idea inedita, esposta ed esplorata per immaginare un’alternativa ai metodi di progettazione e costruzione. Qual è il futuro dell’architettura? Come possono gli esseri umani adattarsi e vivere in habitat armoniosi? Una visione sostenibile è stata esposta alla 17. Mostra Internazionale di Architettura – La Biennale di Venezia 2021, un portale futuristico è stato esposto come approccio alternativo alla progettazione e costruzione di futuri spazi abitabili.
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University of Stuttgart, Institute for Computational Design and Construction (ICD) ve Institute of Building Structures and Structural Design (ITKE) tarafından Bienal’in bu seneki temasına yanıt niteliğinde tasarlanan proje, tamamen robotik olarak, lifli yapı elemanlarından üretilmiş bir yaşam birimi.
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Maison Fibre is a novel idea, exhibited and explored to envision an alternative to the methods of design and construction. What is the future of architecture? How can humans adapt and live in harmonious habitats? A sustainable vision was exhibited at the 17th International Architecture Exhibition – La Biennale di Venezia 2021, a futuristic gateway was exposed as an alternative approach to the design and construction of future habitable spaces.

EDOARDO TRESOLDI

Etherea
Etherea è l’installazione site-specific concepita per il Coachella Valley Music and Arts Festival, uno degli eventi musicali più attesi e importanti al mondo. L’opera è composta da tre sculture trasparenti ispirate all’architettura neoclassica e barocca, tutte con forme identiche ma dimensioni diverse, posizionate su un asse e misurano rispettivamente 36, 54 e 72 piedi di altezza.

MINIMAFORMS

Città emotiva
Emotive City è una cornice per esplorare un modello mobile e auto-organizzativo per la città contemporanea. I modelli del passato sono limitati e non dovrebbero funzionare, in quanto progetti per il nostro futuro urbano, una nuova generazione di ricerca progettuale deve necessariamente affrontare le sfide di oggi. Le tendenze fisse e finite che un tempo servivano all’architettura e all’urbanistica sono state rese obsolete. Oggi le intersezioni di informazione, vita, macchine e materia mostrano complessità che suggeriscono la possibilità di una sintesi molto più profonda. In questo contesto, l’architettura è costretta a rifattorizzare radicalmente la sua risposta alle nuove sfide sociali e culturali con un ambiente di urbanizzazione accelerata. Proponiamo un quadro che partecipa e si impegna con gli ambienti ricchi di informazioni che stanno plasmando le nostre vite attraverso un modello di vita che chiamiamo ecologia adattiva.

AES+F

The Feast of Trimalchio: Arrival of Golden Boat

Del Satyricon di Petronio, spiritoso e lirico malinconico dell’epoca dell’imperatore Nerone, ci pervenne quasi intatto solo il capitolo dedicato alla cena di Trimalcione. La fantasia di Petronio fece del nome di Trimalcione il simbolo della ricezza e del lusso, del vizio della gola e della lussuria in barba alla fugacità della vita umana.
Abbiamo cercato di presentare qualcosa di simile nelle realta` del Terzo Millennio. Così, abbiamo visto Trimalchione, ex servo, liberto, nuovo ricco che dà conviti di molti giorni nel suo palazzo, invece che una persona, come un’immagine generalizzata di un hotel di lusso, una sorta di paradiso terrestre, il soggiorno in cui è prepagato.
Gli ospiti dell’hotel – i ‘padroni’, esponenti del “miliardo dorato”, cercano di dedicare parte del loro tempo, in qualsiasi stagione, al soggiorno presso Trimalcione odierno che ha arredato il proprio palazzo – hotel con il massimo esoticismo e lusso. L’architettura del Palazzo Hotel rappresenta un’assurda sintesi della spiaggia tropicale con la stazione sciistica. I ‘padroni’ indossano abiti bianchi che sembrano, da una parte, l’uniforme dei giusti dell’Eden temporaneo, dall’altra, la tradizionale uniforme coloniale, e, al contempo, una collezione estiva alla moda. I ‘padroni’ impersonano tutte le caratteristiche dell’umanità: ci sono, tra di loro, personaggi dai bambini ai vecchioni, hanno certi segni psicologici e sociali: un pofessore è dissimile da un broker, una donna di mondo da una intellettuale. I ‘servi’ di Trimalcione, giovani e carini esponenti di vari continenti (asiatici, africani, latinoamericani), il personale dell’industria alberghiera, dalle cameriere ai cuochi, ai giardinieri, alle guardie e ai massaggiatori. Sono tutti giovani e belli e indossano uniformi tradizionali di vario colore a seconda dell’etnia. Sono una specie di ‘angeli’ “di colore” del paradiso al quale i ‘padroni’ possono accedere per un certo tempo.

 

Edoardo Tresoldi

Opera
Opera è l’installazione permanente di arte pubblica sul lungomare di Reggio Calabria, promossa e commissionata dal Comune e dalla Città Metropolitana. Opera nasce per celebrare la relazione contemplativa tra il luogo e l’essere umano attraverso il linguaggio architettonico classico e la trasparenza della Materia Assente, espressa tramite la rete metallica. L’architettura aperta offre un nuovo monumento attraversabile e completamente fruibile a cittadini e visitatori. L’installazione è un monumento alla contemplazione attraverso cui il luogo definisce ulteriormente se stesso. Tresoldi gioca con la grammatica dell’architettura classica e la trasparenza per ricercare nuove poetiche visive in dialogo con il paesaggio circostante e i visitatori. Le colonne, archetipi fondanti del retaggio culturale occidentale, compongono una cornice aulica che conferisce al parco un’ulteriore chiave di lettura.

sou fujimoto architects

على فوجيموتو
후지모토에
על פוג’ימוטו
НА ФУДЗИМОТО
Albero Bianco

è stato annunciato che sou fujimoto è stato scelto per costruire la seconda follia architettonica del 21 ° secolo a montpellier, in francia. il team multidisciplinare vincitore comprende anche gli studi francesi nicolas laisné associés (NL * A) e manal rachdi oxo architects. la torre a uso misto di 17 piani ospiterà unità residenziali, uffici, una galleria d’arte, un ristorante e un bar panoramico. uno sforzo interculturale, lo schema incarna la montpellier di oggi, con un’integrazione degli stili giapponese e mediterraneo. la struttura è strategicamente posizionata tra il centro cittadino ed i quartieri di recente sviluppo di port marianne e odysseum, a metà strada tra il vecchio e il nuovo quartiere della città. chiamata “albero bianco”, o “arbre blanc”, la struttura di 10.000 metri quadrati cresce organicamente dal terreno, con una forma naturale che sembra essere stata scolpita nel tempo. i vari rami dello schema forniscono anche aree d’ombra selezionate per le proprietà adiacenti. ciascuno dei residenti del grattacielo selezionerà una planimetria preferita da un elenco di possibili layout, incoraggiando l ‘”architettura a libera scelta” con una serie di spazi modulari. a dominare lo skyline, l’edificio presenta periferie dense ma permeabili dove le divisioni tra spazio interno ed esterno sono sfumate. influenzati dalla passione della città per la vita all’aria aperta, i balconi gravitano verso l’esterno, come foglie che si aprono a ventaglio per assorbire la luce solare. una generosa dotazione di vegetazione vede giardini pensili, piante e alberi posizionati in tutte le unità residenziali, immaginati come un giardino verticale. la torre elabora strategie passive in tutto il suo design di garantire un ambiente confortevole e vivibile che si nutre delle risorse disponibili a livello locale.

ALDO ROSSI

ألدو روسي
알도 로시]
אלדו רוסי
アルド·ロッシ
Альдо Росси
Teatro del Mondo

Il teatro del mondo è stato progettato dall’architetto italiano Aldo Rossi, inaugurato l’11 novembre 1979, nell’ambito della Biennale di Architettura e Teatro di Venezia. Tutto questo sarebbe volgare, se questo fosse davvero un teatro comune, dove vedrai un bello spettacolo delle arti di Thalma. Ma non lo è, e così ho deciso di portarlo a estir@dor. Il “teatro del mondo” si ispirava a una tradizione settecentesca, e intanto scomparve, dal teatro galleggiante che all’epoca ancorò nella città di Venezia di carnevale. L’edificio è stato realizzato in una struttura metallica e rivestito in legno, sia all’interno che all’esterno e sostenuto da una piattaforma galleggiante: una zattera. Formato da un ciottolo centrale con base quadrata di 9,5 m di larghezza e 11 m di altezza e tetto ottagonale in zinco, contiene un palco situato in una zona centrale. Il teatro ha accolto 400 spettatori, di cui 250 seduti, la sua semplicità formale ei colori utilizzati nelle finiture hanno dato un’immagine onirica a questa apparecchiatura che aveva come sfondo Venezia ei suoi canali. Gli utenti che entravano in quel teatro per assistere alla performance artistica degli attori, sono diventati subito se stessi, personaggi di un evento che interagiva con Venezia, osservatori e osservati, da Punta della Dogana, vedendo la Plaza de S. Marcos delle vostre finestre. Una vera Arca di Noè dell’intera Biennale.

LIZ LARNER

Corridor Red/Green

Liz Larner Non voglio davvero guidare l’interpretazione delle persone del lavoro, ma posso farti sapere cosa ne penso. I problemi legati alla fotografia nel periodo in cui ero alla Cal Arts nei primi anni ’80 mi hanno spinto a voler affrontare il nostro mondo spazialmente e materialmente, ma non come architetto. La scultura affronta molti degli stessi problemi dell’architettura, ma per ragioni diverse. Per me è un mezzo che può affrontare il modo in cui viene prodotto il nostro mondo e i fattori che lo compongono. Per questo motivo, sento che c’è una potenziale poetica nella scultura che è strettamente connessa al nostro mondo come contesto in cui viviamo.