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La Turbo Avedon

Pardon Our Dust
Pardon Our Dust è una nuova installazione digitale – una simulazione e narrazione virtuale – in cui l’avatar-self di La Turbo Avedon accompagna i visitatori attraverso diversi paesaggi e spazi del mondo virtuale, che – alludendo al titolo della mostra e allo sviluppo di Web3 – sono in un costante stato di costruzione e decostruzione.

Ingo Vetter & Magdalena Frey

Questa vedetta orizzontale è installata in modo permanente su una collina alla periferia di Mistelbach, una città di ca. un’ora a nord di Vienna, Austria. L’ex torre di una centrale eolica, lunga 24 m, è stata trasformata in un tubo walk-in, offrendo nuove prospettive sul paesaggio circostante il cosiddetto “Weinviertel”. All’interno, l’artista locale Magdalena Frey ha installato una serie di collage di foto per completare le viste attraverso i ritagli.

NED KAHN

Pergolato di Nuvole
Una sfera di nebbia di 20 piedi di diametro si forma all’interno di una foresta di pali di acciaio inossidabile. Gli ugelli della nebbia ad alta pressione incorporati nei pali alti 30 piedi convertono l’acqua in una nuvola che appare e svanisce ogni pochi minuti. Una collaborazione con l’architetto paesaggista Andi Cochran e il Pittsburgh Children’s Museum. Completato nel 2012.

Larissa Sansour

Monument for Lost Time
Commissionato dalla Danish Arts Foundation per la 58a Biennale di Venezia, Monument for Lost Time prende un oggetto psicologico dalla finzione di In Vitro e lo converte in un fatto fisicamente imponente. La sfera è verniciata in Black 2.0, una tonalità così nera che non viene riflessa la luce. Questo trasforma la sfera in un’illusione ottica, rendendola virtualmente assente, ma allo stesso tempo intimidatoria e opprimente, come incarnazione di un trauma ereditato. I pavimenti sono in cemento, con piastrelle intervallate prodotte da una Anan Tiles di Nablus, creando un intervento architettonico. Le pareti sono grigio chiaro e un paesaggio sonoro basato su vibrazioni a bassa frequenza fa da sfondo.

studio smack

PARADISE – A contemporary interpretation of The Garden of Earthly Delights

Lo Studio Smack, meglio conosciuto per il video musicale Witch Doctor di De Staat, ha rilasciato una nuova animazione: un’interpretazione contemporanea di uno dei dipinti più famosi del primo maestro olandese Hieronymus Bosch, The Garden of Earthly Delights. Nel loro ultimo lavoro, il gruppo ha ripulito il paesaggio originale del pannello centrale del dipinto di Bosch e lo ha ricostruito in un’allucinante animazione 4K. Le creature che popolano questo parco giochi al coperto incarnano gli eccessi e i desideri della civiltà occidentale del XXI secolo. Consumismo, egoismo, evasione, richiamo dell’erotismo, vanità e decadenza. Tutti i personaggi sono metafore per la nostra società in cui i solitari sciamano nel loro mondo dei sogni digitale. Sono riflessi simbolici dell’ego e dell’immaginazione delle persone come si vedono, a differenza della versione di Bosch, in cui tutti gli individui sembrano più o meno uguali. Da un Hello Kitty arrapato a un serpente del pene che caccia alla coca Da uno spybot incarnato a polli fritti senza testa. Questi personaggi, una volta figure di sogno dipinte con precisione, sono ora modelli 3D creati digitalmente. A tutti loro è stato dato il proprio ciclo di animazione per vagare nel paesaggio. Inserendoli tutti insieme in questo affresco sintetico, il quadro non è mai lo stesso. Ciò che l’animazione e il trittico di Bosch hanno in comune è che difficilmente riuscirai a sopportare tutto, puoi guardarlo per ore. “Paradise” è stato commissionato dal Museo MOTI nei Paesi Bassi per la mostra New Delights, che fa parte del 500 ° anniversario di Hieronymus Bosch. Una gigantesca installazione video di quest’opera è esposta nel Museo fino al 31 dicembre 2016.

ONFORMATIVE

Fiume serpeggiante
Nel tempo, i paesaggi vengono gradualmente modellati dalle forze naturali. Indiscernibile ad occhio nudo, percepiamo solo un momento alla volta. Le fluttuazioni e il movimento ritmico dei fiumi sono uno sguardo nel passato, poiché le tracce testimoniano le continue trasformazioni che ci circondano.

JENNY HOLZER

Per più di trent’anni, Jenny Holzer ha presentato le sue idee, argomentazioni e dolori astringenti in luoghi pubblici e mostre internazionali, tra cui il 7 World Trade Center, il Reichstag, la Biennale di Venezia, i Musei Guggenheim di New York e Bilbao e il Whitney Museo di arte americana. Il suo mezzo, sia formulato come una maglietta, come una targa o come un segno LED, è la scrittura e la dimensione pubblica è parte integrante della consegna del suo lavoro. A partire dagli anni ’70 con i manifesti di New York City e fino alle sue recenti proiezioni luminose sul paesaggio e sull’architettura, la sua pratica ha rivaleggiato con l’ignoranza e la violenza con umorismo, gentilezza e coraggio morale

QUAYOLA

Transitorio
Transient – Impermanent paintings è un concerto audiovisivo per due pianoforti motorizzati e due direttori in collaborazione con algoritmi generativi. Le pennellate digitali iperrealistiche si articolano all’infinito su una proiezione su larga scala come su una tela reale. Ogni pennellata è sonificata con una nota di pianoforte, creando paesaggi sinestetici polifonici. Il progetto prosegue la ricerca di Quayola sulle tecniche artistiche tradizionali nel contesto del rapporto uomo-macchina, stavolta allontanandosi gradualmente dai soggetti formali e cedendo il passo alla sostanza computazionale: l’algoritmo.

Edoardo Tresoldi

Opera
Opera è l’installazione permanente di arte pubblica sul lungomare di Reggio Calabria, promossa e commissionata dal Comune e dalla Città Metropolitana. Opera nasce per celebrare la relazione contemplativa tra il luogo e l’essere umano attraverso il linguaggio architettonico classico e la trasparenza della Materia Assente, espressa tramite la rete metallica. L’architettura aperta offre un nuovo monumento attraversabile e completamente fruibile a cittadini e visitatori. L’installazione è un monumento alla contemplazione attraverso cui il luogo definisce ulteriormente se stesso. Tresoldi gioca con la grammatica dell’architettura classica e la trasparenza per ricercare nuove poetiche visive in dialogo con il paesaggio circostante e i visitatori. Le colonne, archetipi fondanti del retaggio culturale occidentale, compongono una cornice aulica che conferisce al parco un’ulteriore chiave di lettura.

charles pétillon

Il fotografo francese Charles Pétillon ha creato una serie dal titolo Invasion, un progetto che ricorda in parte l’idea di The RedBall Project dell’artista Kurt Perschke o le Balloon Sculptures di Hans Hemmert. Centinai di palloncini bianchi straripano da spazi architettonici, quartieri e paesaggi naturali. Ogni foto diventa una metafora, una sensazione, o un’evoluzione dell’universo urbano. Gli scatti mirano a cambiare la nostra percezione del paesaggio che incontriamo tutti i giorni, trasformano un luogo comune in uno spazio inconsueto e straniante che ci spinge a osservare il quotidiano con occhi diversi.

ATELIER ZÜNDEL CRISTEA

Peace Pavilion
La struttura autoportante, sviluppa 4 metri in altezza con una superficie occupata complessiva di circa 20 mq. L’intera struttura portante è stata realizzata utilizzando 77 mq di membrana in pvc riempita con 20 mc di aria compressa. Superiormente è chiusa da una membrana completamente trasparente per offrire riparo in caso di pioggia ma al tempo stesso consentire alla vista di continuare ad ammirare il paesaggio.

MICHELE DE LUCCHI

米歇尔·德卢基
ミケーレ・デ・ルッキ
Homage to the Imagination

Il paesaggio, le colline, le montagne, i laghi, le valli, i dolci declivi. La fantasia se ne va, non più trattenuta dalla ragione. Parte per un viaggio a occhi aperti, dove noi stessi, svegli e nel possesso delle facoltà mentali, decidiamo cosa deve succedere e con un semplice impulso mentale cancelliamo quello che non ci piace e non vogliamo vedere e vivere. È la forza dell’immaginazione. Senza, il mondo non avrebbe colori, l’esistenza non meriterebbe interesse’.