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PETER WILLIAM HOLDEN

SoleNoid
Otto scarpe da tip tap sono disposte in uno schema circolare simmetrico. Queste scarpe sono a loro volta fissate a semplici strutture robotiche che utilizzano attuatori pneumatici ed elettrovalvole. Ciò consente alle scarpe di muoversi in molti modi. Ogni diverso movimento genera un tono diverso e questi suoni vengono sequenziati per produrre una performance uditiva.

Ralf Baecker

A Natural History of Networks / Soft Machine
A Natural History of Networks / SoftMachine è una macchina algoritmica elettrochimica che sonda un regime materiale computazionale e tecnologico alternativo, informata dagli esperimenti di Gordon Pask sui meccanismi di apprendimento elettrochimico [↓1] e dalla ricerca attuale sulla biomimetica, sulla materia programmabile e sul liquido controllato spazio-temporalmente attuatori in metallo. Al suo interno, un apparato sperimentale elettrochimico costruito su misura (SoftMachine) crea un microcosmo fluido dinamico che compie un continuo divenire di forme, strutture e narrazioni materiche. La performance mira a provocare nuovi immaginari del macchinico, dell’artificiale e della materia. Una tecnologia radicale che collega il pensiero meccanico tradizionalmente discreto e i materiali morbidi/fluidi che consentono un comportamento auto-organizzato attraverso le loro specifiche agenzie materiali.

NED KAHN

Tornado
Un vortice alto 3 metri è formato da soffianti d’aria e una macchina del fumo ad ultrasuoni all’interno di una scultura installata nell’atrio adiacente al Giardino d’inverno. Il vortice cambiava continuamente forma in risposta alle correnti d’aria circostanti, che conferivano al vortice un aspetto irregolare e realistico. Gli spettatori sono stati incoraggiati a modificare la forma del vortice con le mani. Il nucleo calmo e centrale del vortice è chiaramente evidente. I progetti scientifici interattivi di Kahn lasciano pochi dubbi sulla sua padronanza dei processi meteorologici. Attraverso la sua immensa capacità tecnica, dimostra la versatilità dei sistemi turbolenti, come i vortici del vento e dell’acqua. Utilizza diverse tecnologie meccaniche, pneumatiche ed elettriche per progettare, costruire e perfezionare le sue installazioni. È così che costruisce immagini della natura incredibilmente complesse ma comprensibili che rispondono agli spettatori, si conformano alle strutture architettoniche e rivelano le condizioni ambientali.

Jaime Pitarch

Bad Manners
Il punto di partenza del mio lavoro risiede nella contraddizione tra la sfiducia che serbiamo nei confronti delle strutture sociali e il desiderio di farne parte. Rifletto su questa contraddizione osservando l’ordine che fa da supporto a qualsiasi forma di produzione, nel tentativo di trovare aspetti comuni tra il design, per esempio di una sedia, e il disegno di una strategia politica o economica. Credo infatti che le motivazioni che risiedono dietro queste forme di produzione non siano molto distanti.

ELMGREEN & DRAGSET

マイケル·エルムグリーンとドラッグセットのエントリ
МАЙКЛ ЭЛМГРИН И ИНГАР ДРАГСЕТ

Michael Elmgreen & Ingar Dragset, coppia nel lavoro e nella vita, con la serie di installazioni catalogate e numerate come powerless structures agiscono soprattutto sulla percezione dello spazio.
Le strutture del titolo, svuotate della loro potenza, diventano vulnerabili all’azione dei due artisti. Lo spazio fisico si arrende alla sua percezione e alla sua rappresentazione.

JASON HOPKINS

Biostructure
Jason Hopkins, inglese, è l’autore di queste particolarissime illustrazioni realizzate in 3-D. Abhominal, una parola arcaica che vuole dire “inumano”, è il titolo di questo progetto di esplorazione della forma umana. Le “biostrutture” create da Hopkins sono una fusione di forme astratte e patterns geometrici, architettonici e organici.

Du Zhenjun

Babel

Il primo sinonimo di disordine che compare sul dizionario è babele, con la lettera minuscola
Du Zhenjun trasforma il mondo in una nuova torre di Babele, ma non pensate che questa Terra lo sia già? Non c’è già troppo disordine, ingiustizia e incomprensione?
Il primo sinonimo di disordine che compare sul dizionario è babele, con la lettera minuscola. E nemmeno a farlo apposta tutte le conseguenze della confusione voluta da Dio sono qui, come a giustificare questo aggettivo. Incarniamo la superbia e la supremazia sul mondo, lo stesso che Egli voleva che abitassimo.
Nelle immagini proposte da Du Zhenjun osserviamo una composizione standard: al centro è sempre presente un’interpretazione della Torre, varie forme, varie strutture, varie visioni. Poi tutt’intorno aleggia un’atmosfera grigia, l’atmosfera della realtà. Un ammasso di cose, persone e edifici. Sono parti di fotografie, o meglio di reportage giornalistici, di guerra e non solo.
L’origine della fonte di luce non la individuiamo, è nell’aria: tutto è illuminato, come nelle stampe composite di fine ottocento, antenate del fotomontaggio.