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GABRIEL SHALOM

wash choose peel chop rinse

source: gabrielshalom

This series of prints were created by capturing the editing timelines of the five movements of wash choose peel chop rinse. These images allow us to experience time as a static artifact of the musical composition process. Each slice of the simulated video frames correspond on a one-to-one basis with audible changes in the rhythmically edited video art work. In the process of making these images, the artist acts as a human agent of the video rendering codec. Each slice is hand selected to become part of the final image composite.
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source: vimeo

The piece “wash choose peel chop rinse” is a videomusical kitchen suite in five movements. A finely cut audiovisual montage produces diegetic music, created using only the sounds of the objects depicted in the frame.
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source: gabrielshalom
Gabriel Shalom (US/UK) is an artist living and working in Berlin, Germany. His practice combines elements of experimental cinema, video art and musique concrète. He explores the hidden musicality in everyday objects, instruments and situations, using music as a vehicle for the transformation of the mundane into transcendent compositions and patterns. In addition to his work as an artist, he has written and spoken extensively on Hypercubism, his theory of object-oriented aesthetics.
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source: vimeo
Gabriel Shalom is an artist, director and composer living and working in Berlin, Germany. His signature work takes the form of rhythmically edited audiovisual compositions (videomusic). Taking inspiration from musique concrète, he explores the hidden musicality of everyday objects, unusual handmade electro-acoustic instruments, and manipulation of traditional instruments.
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source: kikkbe
Gabriel Shalom est un artiste, réalisateur et compositeur qui vit et travaille à Berlin. Sa marque de fabrique est la réalisation d’oeuvre vidéo où le montage crée une composition rythmique (vidéomusique). S’inspirant de la musique concrète, Gabriel s’attache à faire appraitre la musicalité des objets du quotidien. Il aime aussi utiliser des instruments faits main inhabituels comme des instruments plus traditionnels.
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source: digicultit
Gabriel Shalom si definisce “videomusician” ovvero un artista audiovisivo che lavora sulla manipolazione delle immagini in movimento per arrivare ad una composizione ritmica. Il suo ultimo lavoro The Tosso Variations è stato appena presentato allo spazio MU di Eindhoven nell’ambito della sua prima mostra personale.
L’opera consiste in un’installazione video a 5 canali che ha come protagonista il musicista giapponese Shingo Inaho mentre improvvisa suonando il Tosso, uno strumento progettato da lui stesso. Shalom prende il materiale sonoro e lo ricompone in cinque variazioni audiovisive diverse in cui si amalgamano influenze jazz, trip-hop, glitch, musica da camera e improvvisazione.
Come lui stesso dichiara “la prima volta che mi sono avvicinato a questo genere di musica l’ho trovato affascinante, ma allo stesso tempo misterioso. La prima sensazione è stata così travolgente da farmi provare un senso di compressione esteso in molteplici dimensioni; il numero di pezzi, la complessità dei suoni, la velocità del ritmo e la rapidità di esecuzione. Questi erano gli artefatti sonori del processo di composizione che trascendevano la musica del corpo per arrivare alla musica della mente”.
Shalom manipola il suono che ha registrato lui stesso, questo gli permette di evitare molte restrizioni di composizione, e lo fa ispirandosi ai primi esperimenti della Musica Concreta (un particolare genere musicale ideato dal compositore Pierre Schaeffer nel 1948 che consisteva nell’approccio all’ascolto considerando la completezza del suono data da tutti i suoi elementi e non solo tramite criteri astratti).
Per organizzare il materiale sonoro registrato, l’artista ha creato uno speciale sistema di notazione, una sorta di pentagramma, in cui ha classificato ogni singolo movimento tramite un particolare pittogramma, finalizzato alla ricomposizione audiovisiva. “Quando la composizione riusciva mi sono spesso ritrovato a ballare. Se il lavoro ti fa ballare, devi seguire quell’impulso!”
Anche i silenzi sono importanti nella composizione, infatti non sono considerati dei vuoti, ma vanno a ricreare l’atmosfera del luogo in cui è stata eseguita la registrazione, ovvero la stanza. Questa stessa stanza che viene riproposta anche nel lavoro, definisce la tranquillità dello spazio “creando una camera ipercubista dentro la quale il suono e l’immagine possono suonare insieme”.