highlike

PETER WILLIAM HOLDEN

Vicious Circle

file festival

Come molti della mia generazione, sono cresciuto succhiando un tubo a raggi catodici e facendo il bagno nelle onde radio. Tutto questo è rappresentato all’interno del mio lavoro, in un collage di movimento, luce e suono. Attualmente con il mio lavoro sto esplorando modi per dissolvere i confini tra cinematografia e scultura. Le mie recenti ricerche su questo tema hanno coinvolto l’uso di computer combinato con elementi meccanici per creare installazioni simili a mandala. Queste installazioni sono il mio mezzo e le uso per creare animazioni effimere. Questa effimera coreografia di movimento è il punto focale del mio lavoro. Credo che questo fascino per le immagini in movimento e la trasformazione degli oggetti derivi dalla mia giovinezza, dove i primi computer domestici degli anni ’80 mi hanno dato uno sguardo nel meraviglioso mondo della matematica applicata. Su questi computer è stato possibile con codici semplici generare fantastici schemi e suoni astratti e quell’incontro ha distrutto per sempre il confine nella mia mente tra astratto e reale. Anche la danza gioca un ruolo significativo nel mio lavoro; Sono stato attratto dalla musica elettronica. L’electro con il suo suono sintetizzato mi ha introdotto alla break-dance e la mia anima è stata catturata dalla bellezza del movimento fisico coreografato.

Studio Above&Below

Aquateque
Aquateque è un cortometraggio che esplora il fiume Ruhr attraverso una varietà di nuove tecnologie multimediali. Il progetto combina strumenti AI e AR per esplorare modi sostenibili di creare materiali digitali che fondono natura e calcolo. Il variegato ecosistema circostante viene catturato attraverso strumenti di programmazione audio, visivi e 3D e trasformato in uno spazio aumentato generativo.

SIGNE PIERCE

Un artista della realtà che prende ispirazione dal quotidiano
Signe Pierce ha acquisito notorietà nel 2015 all’interno dei circoli artistici queer e femministi per il suo video di performance incredibilmente scioccante e toccante, American Reflexxx […] Attualmente, Signe sta elaborando i temi che ha iniziato a esplorare in quel video, come la sorveglianza informatica, i costrutti della femminilità e lo sguardo maschile.

YUNCHUL KIM

CROMA III
Kim è noto per le sue sculture meccaniche che incorporano teorie scientifiche e matematiche e anche come compositore di musica elettroacustica. Per questa Triennale, Kim presenta Chroma III, che applica la teoria dei nodi in matematica per strutturare centinaia di celle polimeriche […]

PHILLIP K SMITH III

Piegato Parallelamente
La monumentale installazione di Phillip K. Smith III Bent Parallel avvolge gli spettatori di luce, continuando il dialogo continuo dell’artista con la teoria del colore, l’ottica, la scala e la tecnologia. Apparendo come due pareti di campi di colore che si intersecano, la struttura a cerniera fonde le superfici per generare una percezione di spostamento e fusione. Crea un terzo piano, privo di materiale, a spessore zero, che mescola i colori adiacenti e sembra estendere i confini fisici dello spazio. L’ambiente che ne risulta appare allo stesso tempo infinito e finito.

AZUMA MAKOTO

L’artista azuma makoto di Tokyo in collaborazione con john powell di JP aerospace ha completato un volo spaziale botanico, inviando un bonsai di pino bianco giapponese sospeso da un telaio in fibra di carbonio e una composizione di orchidee, ortensie, gigli e iris, tra le altre piante nella stratosfera. lanciata con un pallone appositamente attrezzato dal deserto di roccia nera in Nevada, la missione, intitolata “exbiotanica”, è stata concettualizzata per consentire a diverse piante di entrare nell’ignoto, lontano dalla terra.

ARNE SVENSON

I vicini
Arne Svenson è un fotografo autodidatta, ma la sua sensibilità è stata in gran parte formata dai suoi primi lavori come terapeuta/educatore che lavorava con bambini gravemente disabili. La sua visione abbraccia l’insolita e bizzarra individualità di persone e luoghi e li rappresenta con bellezza, chiarezza e riverenza. Crea la maggior parte del suo lavoro all’interno dell’ambiente controllato dello studio, e anche quando si avventura a registrare il mondo, la sua visione è informata dalla qualità degli interni del suo studio. Svenson lavora in modo seriale e ossessivo su progetti discreti che variano notevolmente, ma condividono queste qualità. Il senso dell’umorismo e il fatalismo consentono a Svenson di passare liberamente da un’ossessione all’altra, manifestandosi sempre con estrema abilità, diligenza e amore.

WOLFGANG BUTTRESS

l’alveare kew gardens
“La proposta coinvolge in modo interessante l’idea di ‘provvisorio’. Utilizza l’aspetto temporaneo dell’installazione per impegnarsi con attenzione con lo scopo e le esigenze a breve e lungo termine del terreno”, hanno affermato i giudici. Progettato originariamente per l’Expo 2015 di Milano, The Hive è stato trasferito per due anni a Kew Gardens, nel centro di Londra, dove ha fatto parte di uno spazio per eventi. Progettato per dare ai visitatori uno sguardo sulla vita delle api che lavorano, il padiglione è stato costruito con 169.300 singoli componenti in alluminio dotati di centinaia di luci a LED. Man mano che il prato che circonda la struttura cresce, iniziano a fiorire diverse specie di piante, portando con sé i suoni di vere api che esaltano l’esperienza multisensoriale del padiglione. L’installazione estetica e simbolica ne rappresenta l’omonima, con l’obiettivo di mostrare ai visitatori l’importanza di proteggere l’ape.

Thomas Hirschhorn

Pixel Collage
La National Gallery of Kosovo ha l’onore di presentare la mostra personale “Pixel-Collages” di Thomas Hirschhorn, che comprende 5 grandi collage, un’ampia selezione di piccoli collage e materiali di riferimento presentati in una vetrina. L’esposizione del recente lavoro di Hirschhorn in Kosovo oggi, con immagini di confronto e confronto con tecniche mediatiche false e mascherate, è un’affermazione, simile agli argomenti che Hirschhorn mostra nei manifesti che accompagnano i ‘Pixel-Collages’, più precisamente in: ‘ Perché è importante – oggi – mostrare e guardare immagini di corpi umani distrutti’

Anne Katrine Senstad

Radical Light
L’ambiente immersivo di sculture di luce di Senstad è un invito a incontrare le sensazioni percettive della luce e del suono in forma pura e il loro effetto trasformativo sull’esperienza dello spazio. Costruito con luci al neon, le proprietà luminali uniche influenzano il nostro sistema cognitivo in cui cadono l’artificialità delle luci a LED In quanto una delle più grandi opere indoor di Senstad fino ad oggi, la scultura di luce è concepita come un monumento e una matrice – una vasta sfera di luce spettrale che consente al pubblico di sperimentare di essere avvolto dalla radiosità della luce degli spettri più alti quando vaga attraverso il storica ex fabbrica di sottomarini che ospita lo spazio espositivo di 450 m2.

Onformative

Poiché la consapevolezza della realtà è soggetta all’individuo, »Frammenti di RGB« è un esperimento nella deformazione di questo fenomeno attraverso l’interazione e la proiezione di punti luce. Quando lo spettatore si avvicina a uno schermo illusorio, il contenuto cambia per alterare e dissolvere la realtà percepita.
»Frammenti di RGB« sperimenta la percezione e l’illusione a vari livelli. Il classico schermo a LED come supporto è stato simulato e successivamente disintegrato creando un’ottica pixel-like utilizzando una semplice proiezione anziché generare l’intera immagine da singoli punti luce.

Ludwika Białkowska

Stream of MA
“Stream of MA non è solo un’installazione LED, ma la sistemazione della sala espositiva in una convention di Ma giapponese che utilizza l’oscurità come spazio negativo. Per me, non si tratta solo dell’importanza del vuoto, ma anche dell’uso di uno spazio vuoto nello spazio pieno e della creazione di un periodo di vuoto in un tutto. Nella mia animazione a LED, ho usato un concetto di Ma per concentrarmi su una pausa ma anche per creare una suspense nel rivelare la costruzione. Combinando lo sfarfallio improvviso e il delicato movimento della luce all’interno dei tubi, volevo attirare l’attenzione degli spettatori sul contrasto tra i momenti di luce e l’oscurità. Inoltre volevo costruire la tensione introducendo un uso sempre più intenso della luce e del suo movimento. L’accumulo è enfatizzato da una crescita costante del suono. La fine della mia proiezione è un momento per respirare e ammirare l’oscurità, lo spazio negativo come momento di sollievo e calma.” Ludwika Białkowska

Baron Lanteigne

Tangible Data
Tangible Data esplora e si infiltra in una comunità online che sviluppa un mercato dell’arte “virtuale” per un pubblico affamato di criptovalute. Una serie di loop animati, creati e monetizzati dall’artista per soddisfare le richieste e il consumo di questa comunità, forniscono la base per il progetto più ampio, che si estende su diverse piattaforme web. In questo nuovo mercato della criptoarte, tutto sembra pronto per l’universo virtuale che mostra paradossalmente caratteristiche inerenti al mondo materiale. Mentre Internet favorisce la condivisione accelerata e i contenuti ad accesso aperto, questa comunità soggetta alla tecnologia blockchain rarefa l’immateriale per consentire ai collezionisti di rivendicare i diritti sulle opere d’arte. Questo ha l’effetto insidioso di affermare il valore monetario delle opere d’arte immateriali basate sul web. Eppure, questo lascia spazio anche a una trasparenza senza precedenti riguardo alle transazioni effettuate in questo mercato.

Anna Ridler

Mosaic Virus
Mosaic Virus (2018) e Mosaic Virus (2019) sono una serie di opere che raccolgono idee sul capitalismo, il valore e il crollo da diversi punti della storia. Il primo è un pezzo di immagine in movimento a schermo singolo che mostra una griglia di tulipani in continua evoluzione in fiore; la seconda un’installazione video su tre schermi, ognuno dei quali mostra un singolo tulipano. In entrambi i pezzi i tulipani sono controllati dal prezzo del bitcoin, cambiando nel tempo per mostrare come fluttua il mercato e rendendo esplicito questo collegamento. Tulipmania è stato un fenomeno del XVII secolo che ha visto il prezzo dei bulbi di tulipano aumentare e crollare: al culmine andando allo stesso prezzo di una casa di città di Amsterdam prima di scendere al prezzo di una cipolla. È spesso considerato un esempio di uno dei primi casi registrati di una bolla speculativa e si possono fare forti parallelismi con la speculazione in corso sulle criptovalute. C’è un’evidente connessione economica tra i due sistemi – entrambi sono spesso descritti come frenesie instabili – ma per me questa associazione va oltre il modo in cui i prezzi dei due si comportano su un grafico.

Pierpaolo Piccioli

Fall 2018
“L’installazione di Pierpaolo Piccioli è stata la prima che hai incontrato entrando nello spazio cavernoso. Era come entrare in una cappella, con le tele del monaco artista Sidival Fila appese alle pareti; e sui manichini, mantelle, mantelle e gonne a trapezio disegnate, diceva Piccioli, per evocare la Madonna. Quasi divini nella loro semplicità, non saranno estranei ai suoi seguaci di Valentino.” Nicole Phelp

REJANE CANTONI & LEONARDO CRESCENTI

Tunnel
“Tunnel” è una scultura cinetica, immersiva e interattiva, composta da 92 portici disordinati a seconda della posizione e della massa corporea dell’interattore. Molti utenti possono entrare e interagire contemporaneamente con la macchina. Gli interattori agiscono sulla macchina in base alla loro posizione e al loro peso. Un esempio di interazione è: entri nel “Tunnel” e ti trovi vicino a una delle pareti laterali. In questo caso, la posizione relativa e la forza gravitazionale del tuo corpo provocano variazioni dell’altezza del suolo. Il terreno è inclinato fino a 5 °, i relativi portali ruotano gradualmente nella direzione e nell’angolo corrispondenti, che propaga movimenti ondulatori per tutta l’installazione. All’osservatore esterno, il movimento interno o il tuo spostamento rispetto all’installazione produce effetti ottici cinetici.

PHILLIP STEARNS

Memoria frammentata
Phillip Stearns utilizza in modo creativo tutte le forme di elettronica nel suo lavoro, spesso mescolando luce e suono con tecniche tradizionali come la tessitura. Un aspetto del suo lavoro è la trasformazione della glitch art in disegni intrecciati attraverso il suo marchio tessile concettuale Glitch Textiles, fondato nel 2011. Questo spazia dalla visualizzazione di dati binari grezzi delle applicazioni alla scrittura di algoritmi personalizzati per generare modelli che possono essere trasformati in tattili e funzionali opere d’arte. Un’altra impresa è il trittico Fragmented Memory di grandi arazzi tessuti completato nel maggio 2013 al TextielMuseum di Tilburg, nei Paesi Bassi. Questo progetto ha utilizzato pratiche e processi digitali per sfumare i confini tra fotografia, visualizzazione dei dati, design tessile e informatica.

MINIMAFORMS

Città emotiva
Emotive City è una cornice per esplorare un modello mobile e auto-organizzativo per la città contemporanea. I modelli del passato sono limitati e non dovrebbero funzionare, in quanto progetti per il nostro futuro urbano, una nuova generazione di ricerca progettuale deve necessariamente affrontare le sfide di oggi. Le tendenze fisse e finite che un tempo servivano all’architettura e all’urbanistica sono state rese obsolete. Oggi le intersezioni di informazione, vita, macchine e materia mostrano complessità che suggeriscono la possibilità di una sintesi molto più profonda. In questo contesto, l’architettura è costretta a rifattorizzare radicalmente la sua risposta alle nuove sfide sociali e culturali con un ambiente di urbanizzazione accelerata. Proponiamo un quadro che partecipa e si impegna con gli ambienti ricchi di informazioni che stanno plasmando le nostre vite attraverso un modello di vita che chiamiamo ecologia adattiva.

LIN HWAI-MIN

White Water and Dust
White Water and Dust, a rare double bill by the internationally renowned choreographer Lin Hwai-min, brings great intensity of contrast between the two works. While White Water, set to piano music by Erik Satie, flows like a movable celebration of life, Dust, to a powerful rendering of Shostakovich’s String Quartet No. 8, evokes a memory of Goya’s Black Paintings.

Iris Van Herpen

Roots of rebirth
During such rarefied times, the designer explores a symbiosis of high technology and the artisanal craftsmanship of couture, through a collection that references the intricacy of fungi and the entanglement of life that breathes beneath our feet. Through ‘Roots of Rebirth’, Van Herpen notions towards the miraculous lacery of interconnectedness from the natural ‘wood wide web,’ weaving a dialogue between the terrestrial and the underworld. ‘Roots of Rebirth’ extends its own branch, an invitation to a sequence of 21 looks inspired by roots and spores. During the show, the models seem to magnetise a living lace of spores with each stride, the entanglement of each garment resembles roots of regeneration.

fabric | ch

Perpetual (Tropical) Sunshine
Perpetual (Tropical) Sunshine is an architectural, climatic and temporal installation. Thanks to a “screen” composed of several hundred infrared light bulbs, Perpetual (Tropical) Sunshine retransmits the journey and intensity of the sun as perceived on the 23rd parallel south, according to information transmitted live by weather stations all around the Tropic of Capricorn. Perpetual (Tropical) Sunshine thereby creates a displaced architectural space, which confronts the visitor with an abstract form of day and endless summer. It represents the increasingly artificial nature of our environment and suggests a form of “static mobility” or “displaced tropicality”.

Sally Golding

Your double my double our ghost
The installation acts a space for the consideration of intimacy and meditation– both alone and with others that may share the space – through the merging of the viewer’s own reflections articulated through a composition of shifting light and emerging sounds which fill an otherwise dark chamber. Functioning similarly to the classic funfair mirror– the flexible silver two-way mirror sheeting forming an ethereal hanging centrepiece– the work invites the viewer to consider representations of themselves which appear distorted and transient, and which merge with those around them to form ‘new presences’. In this sense the viewer may see themselves multiplied or doubled with another viewer, or find themselves alone in a rare moment of literal reflection providing a contemplative space or eliciting a hallucinatory fantasy bringing forth ideas in neuroscience around the Self and Other.

Edoardo Tresoldi

Opera
Opera è l’installazione permanente di arte pubblica sul lungomare di Reggio Calabria, promossa e commissionata dal Comune e dalla Città Metropolitana. Opera nasce per celebrare la relazione contemplativa tra il luogo e l’essere umano attraverso il linguaggio architettonico classico e la trasparenza della Materia Assente, espressa tramite la rete metallica. L’architettura aperta offre un nuovo monumento attraversabile e completamente fruibile a cittadini e visitatori. L’installazione è un monumento alla contemplazione attraverso cui il luogo definisce ulteriormente se stesso. Tresoldi gioca con la grammatica dell’architettura classica e la trasparenza per ricercare nuove poetiche visive in dialogo con il paesaggio circostante e i visitatori. Le colonne, archetipi fondanti del retaggio culturale occidentale, compongono una cornice aulica che conferisce al parco un’ulteriore chiave di lettura.

Jeppe Hein

杰普·海因
ЙЕППЕ ХАЙН
ЈЕПЕ ХЕИН
Distance

An immense circuit, conceived as a graphic composition, is extended across a forest of fine metal pillars. Arabesques, spirals and nodal interconnections support a track for a hundred or so white balls, razing the ground or very high up in the air. An infrared sensor detecting the arrival of each visitor triggers the propulsion of a ball, which then journeys through the vast visual and sonic landscape. The installation draws on different sources evoking a primitive industrial imaginary, such as the machines of Fritz Lang’s Metropolis and Tinguely’s assemblages, and the fairground universe of roller coasters and pinballs.

edoardo tresoldi

Etherea
Edoardo Tresoldi gioca con la trasparenza della rete metallica e con i materiali industriali per trascendere la dimensione spazio-temporale e narrare un dialogo tra Arte e Mondo, una sintesi visiva che si rivela nella dissolvenza dei limiti fisici.
La fusione del linguaggio classico e di quello modernista ne genera un terzo, marcatamente contemporaneo.

Tomas Saraceno

توماس ساراسينو
托马斯·萨拉切诺
トマスサラセーノ
Aerocene

In the desert of New Mexico, artist Tomás Saraceno realized the very first human flight in a zero carbon solar-powered hot air balloon, propelled by Studio Tomás Saraceno and curated by Rob La Frenais. For three hours without touching the ground, the balloon rose into the air without the usual burner, its black fabric heated by the sun and the infrared rays reflected by the white dunes.
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Leo Villareal

Star Ceiling
Expressing the vibrant dynamism of nature—from billowing cosmic clouds and swarming masses to radial bursts, spiraling vortices, and turbulent waves—Star Ceiling​ explores the tension between the rational and the transcendent, between the human and the non-human worlds. Villareal’s artwork gives life to inanimate matter through the invisible medium of code and induces a deep connectedness and rare experiential awareness.

Antonio Pio Saracino

INFINITUM
INFINITUM is an immersive art – architectural installation presented at the Sharjah Art Museum on the occasion of the Islamic Arts Festival 2019/20, 22nd Edition. Arches are typical in Mosques’ design. […] Islamic Arches buildings are typically constructed of stone, wood being rarer in the original Middle Eastern homelands of the Umayyads. The rows of Columns and Arches give a visual impression of limitless space, as a metaphor of the progress for human civilization, maximizing spiritual symbolism and visual appeal – progressing towards an ideal civilization. It refers to centuries of human civilization and the creation of prospective in social spaces and the openness to open possibilities of human life.

GUDA KOSTER

A Perfect Body
Guda Koster modifica la figura humana ocultando su identidad con la ayuda de piezas textiles que ella misma diseña y confecciona. No tenemos claro si sus personajes están vivos o no. Los modelos podrían ser maniquís y los maniquís personas. Ella los llama esculturas y los incluye en instalaciones, performances y acciones callejeras o los documenta fotográficamente. De sus imágenes se intuye que la prenda no es el fin, ni tampoco el hombre-maniquí. La rareza que proyectan sus obras las convierte en un vehículo para hablar de un tercer elemento: una historia, un acontecimiento, real o inventado, impuesto por la autora o gestado en la mente de un espectador extrañado.

KOHEI NAWA

كوهي ناوا
名和晃平
КОХЕЙ НАВА
Kohei Nawa, giapponese di Osaka, è un giovane artista che sperimenta con sfere di vetro trasparente, ricoprendo e inglobando i più svariati soggetti, dai giocattoli agli animali impagliati. Lo scopo, è quello di alterare grazie alla rifrazione della luce attraverso il vetro, la percezione visiva delle spettatore. L’oggetto rimane tale, ma ciò che verrà percepito dal nostro sguardo sarà deformato e modificato, non è l’oggetto che cambia, ma il punto di vista che ne attua la trasformazione. Kohei Nawa, che ha recentemente esposto anche in Italia, ha al suo attivo numerose mostre in Asia e Stati Uniti e la partecipazione alle più importanti fiere internazionali.
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Claudia Girbau

Wearable Walls
Claudia is a designer in a sense that is becoming rarer and rarer in the generation when everyone seems to be one

HUSSEIN CHALAYAN

フセイン·チャラヤン
Чалаян
후세인 샬 라얀

Chalayan è sempre stato audace e visionario nel suo lavoro nella moda. Lo stilista-artista ha già portato in passerella una gonna di legno che si è trasformata in un tavolo, abiti che si trasformano se colpiti dal vento, (proveniente da un gigantesco ventaglio in fondo alla passerella, e ancora con l’aria che esce dal pavimento ) e un altro risultato ottenuto utilizzando la tecnologia LED, con il diritto di mostrare video. Oltre alla moda, Chalayan ha diversi progetti artistici come un’installazione realizzata con repliche di pezzi di aerei decorati con cristalli Swarovski e una mostra che mescola sculture, audio e video.

SUSANA SOARES

Life Support
Les abeilles sont entraînées en utilisant le réflexe de Pavlov pour cibler une odeur spécifique et leur plage de détection comprend les phéromones, les toxines et le diagnostic des maladies. Non seulement ils peuvent parcourir de grandes distances à la recherche de ce que vous voulez qu’ils reniflent, mais cela ne prend que quelques minutes pour les entraîner, contrairement aux chiens dont la formation peut durer jusqu’à un an. Leur comportement peut être conditionné par des récompenses telles que l’eau sucrée. Ils sont placés dans des récipients en forme de paille et conçus pour sentir une combinaison, disons de sucre, avec de minuscules résidus de TNT. C’est tout! Le sens aigu de l’odorat des abeilles associera alors l’odeur des explosifs à la nourriture. Dans son projet BEE’S, Susana utiliserait les insectes comme biocapteurs, exploitant leur odorat extroadinaire pour détecter des maladies telles que le cancer du poumon, le cancer de la peau et la tuberculose. En outre, ils pouvaient repérer le problème très tôt bien mieux que les machines. Ils pourraient même détecter si une femme est enceinte, ce que je trouve beaucoup plus attrayant et élégant que la méthode habituelle qui consiste à faire pipi sur un morceau de plastique.La créatrice a visité la London Beekeepers Association et a utilisé du chewing-gum dans ses tests avec les abeilles. Elle a ensuite localisé un maître verrier et fait souffler des objets en verre. Les gens respiraient dans les outils de diagnostic en verre où les abeilles sont gardées pendant la courte période de temps nécessaire pour leur permettre de détecter les cycles généraux de santé et de fertilité. Pour éviter que la bouche n’entre en contact avec l’insecte, il existe deux sphères différentes, l’odeur de l’abeille étant suffisamment forte pour renifler ce que vous respirez à travers le verre. Bess se précipiterait dans les tubes qui mènent plus près de la respiration quand ils détectaient une maladie qu’ils associent à la nourriture. Dans son scénario, les gens recevraient des abeilles entraînées par la poste (rien de rare ici apparemment), procéderaient au test respiratoire que de libérer les abeilles.BEE’S explore comment nous pourrions cohabiter avec les systèmes biologiques naturels et utiliser leur potentiel pour augmenter nos capacités de perception. . Nous avons toujours coexisté avec ces systèmes, mais leur potentiel était inconnu. Ce projet est basé sur des recherches en cours qui ont fourni les connaissances nécessaires pour permettre de nouvelles interactions. L’objectif de ce projet est de développer des relations de collaboration entre la recherche scientifique et technologique, les apiculteurs et le design, entre autres, traduisant le résultat en systèmes et objets que les gens peuvent comprendre et utiliser, engendrant des ajustements significatifs.

Philip Glass

with Allen Ginsberg
Hydrogen Jukebox

The creation of the chamber opera Hydrogen Jukebox can be traced to a chance meeting in 1988 between composer Philip Glass and poet Allen Ginsberg at the now defunct St. Mark’s Bookshop in New York City’s East Village. When Ginsberg plucked a book with a copy of his 1966 antiwar poem “Wichita Vortex Sutra” off the shelf and said he’d be reading it at a Broadway theater, Glass decided to compose a piano piece to accompany the reading. The collaboration was a success, so the two decided to expand the performance into a longer music-theater work. The result, Hydrogen Jukebox, a rarely performed piece for six voices and a chamber ensemble[…]

emmanuel bossuet

Paris-based Emmanuel Bossuet is one of the rare art directors of his generation to conceive his work with such an intense decorative dimension. Debuting as a graphic consultant at Philip Starck’s, he soon after established EEM as an agency aimed to one-of-a-kind projects. Studios such as Martine Sitbon or Sonia Rykiel requested him for his skill as a decorative designer.

David Slijper

Fan Bing Bing
Now residing in New York, David has earned a reputation for his clean aesthetic, refined color palette and sophisticated approach to composition and is in high demand both from his A–list subjects and brands including Barneys, Burberry, Zegna, L’Oreal, Rimmel, Swarovski, Tommy Hilfiger, YSL Homme and Calvin Klein. He understands the beauty industry inside out, and has developed a rare gift for exploring the parameters of his art.

NINO CAIS

Il lavoro di Nino ci invita a riconsiderare gli oggetti che ci circondano, prestando loro attenzione sotto una prospettiva diversa. Tuttavia, improbabile per molti artisti contemporanei, Nino non sovverte oggetti trovati per fare un commento sull’arte stessa, chiedendosi cosa sia o cosa non sia arte, né intende fare una critica alla società dei consumi.

WILLI DORNER

ويلي دورنر
威利·多纳
Вилли Дорнер
Bodies in urban spaces

Cie Willi Dorner kreierte ‘bodies in urban spaces’, eine temporäre Intervention in verschiedenen architektonischen Räumen. Mit ‘bodies in urban spaces’ möchte Dorner urbane funktionelle Strukturen und die limitierten Bewegungsmöglichkeiten und -gewohnheiten ihrer Bewohner aufzeigen. Dafür positioniert er Körper an ausgewählten Stellen, quetscht sie in Lücken, zwischen Straßenschildern, Häuserspalten und in sonstige Freiräume. Die Installation provoziert einen Denkprozess und schafft Irritationen. Der Künstler möchte Passanten dazu auffordern über ihre urbanes Umfeld und ihre eigenen Bewegungsgewohnheiten nachzudenken.

Annika Von Hausswolff

Annika von Hausswolff är en svensk fotograf och bildkonstnär född i Göteborg. Hon studerade på Konstfack i Stockholm och är verksam som lärare i fotografi på Göteborgs Universitet. Von Hausswolffs primära medium är fotografi med vilket hon utforskar ämnen som våld, hot, ensamhet och utsatthet. Hennes verk väcker motstridiga känslor som nyfikenhet och obehag.

Sislej Xhafa

I manu
Le mani una sull’altra, in un titolo in siciliano che nella sonorità recupera il senso di un tempo atavico posseggono la forza di un doppio segno, da leggersi in maniera aperta. Sono le mani dell’aiuto, ma possono trasformarsi in gesto di sopraffazione, sono un attimo di gioco che può degenerare pericolosamente. La mano è un simbolo antichissimo, tra i primi di cui si ha testimonianza come oggetto artistico, e la terracotta è materia di un Mediterraneo che non ha mai smarrito sé stesso.

Paul Cocksedge

ポール・コックセッジ
폴 콕세지
ПОЛ КОКСЕДЖ
保罗•考克斯基
Capture

‘Capture’ è un lampada in alluminio di grandi dimensioni (1,6 metri) a forma di cupola, la cui struttura concava irradia un flusso luminoso di una luce calda e soffusa. A livello formale la lampada è caratterizzata da un netto contrasto tra la sua superficie nera esterna e la luce irradiata dall’interno. Il lavoro sperimentale di Paul Cocksedge è conosciuto per l’intenzione e la capacità di esplorare i limiti dei materiali e il suo impegno e creatività nell’innovazione tecnologica.

Anouk Wipprecht

Dutch based designer Anouk Wipprecht is working in the emerging field of “fashionable technology”; a rare combination of sartorial knowhow combined with engineering smarts and style, she has in a very short period created an impressive body of tech-enhanced designs bringing together fashion and technology in an unusual way. She creates technological couture; with background in fashion design combined with engineering, science and interaction design, she creates systems around the body that tend towards artificial intelligence; projected as ‘host’ systems on the human body, her designs move, breath, and react to the environment around them.

Philippe Parreno

ФИЛИПП ПАРРЕНО
فيليب بارينو
菲利普·帕雷诺
56 FLICKERING LIGHTS

Philippe Parreno, geboren 1964 in Oran, Algerien, lebt und arbeitet in Paris. Nach Abschluss seines Studiums der Mathematik hat Parreno an der Kunstakademie Grenoble studiert, er hat seit etwa 1990 seine Konzepte, Projekte und Filme im Kunstkontext ausgestellt. Parreno’s Werk beschäftigt sich mit der Frage nach dem Status des Bildes und den Formen der Ausstellung. Es verbindet Aspekte aus Kunst, Film, Theater, Design und entwirft transitorische Orte für temporäre, kulturell-ästhetisch definierte Gemeinschaften. Seine komplexen Szenarien aus Bild, Objekt, Sound, Projektion und Licht haben die Wahrnehmung und Erfahrbarkeit des Formats ‚Ausstellung’ neu definiert.

ATELIER ZÜNDEL CRISTEA

Peace Pavilion
La struttura autoportante, sviluppa 4 metri in altezza con una superficie occupata complessiva di circa 20 mq. L’intera struttura portante è stata realizzata utilizzando 77 mq di membrana in pvc riempita con 20 mc di aria compressa. Superiormente è chiusa da una membrana completamente trasparente per offrire riparo in caso di pioggia ma al tempo stesso consentire alla vista di continuare ad ammirare il paesaggio.

SUSANNA HESSELBERG

СУСАННЫ ХЕССЕЛЬБЕРГ
Les photographies de l’artiste suédoise sont rares. Elle produit peu car chaque pièce est une mise en scène éphémère et minutieuse dont la seule trace est le cliché lui même. Elle recrée une réalité ayant l’humain pour sujet, la plupart du temps sans visage et toujours dans des positions incongrues ou absurdes. – «Nature lover II», 2002.

Erik Demaine and Martin Demaine

Waves in Glass
“Waves in Glass” is about the communication between two media rarely combined—folded paper and blown glass. The glass was initially made while blindfold, as shown in the video above, so that the communication with the 2000° material is purely through touch, matching the dominant mode of communication with paper.

Robert Heinecken

Cybill Shepherd/Phone Sex
Robert Heinecken is an artist who is hard to pin down. A photographer who rarely used a camera, he founded UCLA’s photography department in 1964. Skeptical of the documentarian role of photography, he mined images from mass media, prefiguring the appropriation strategies of Pictures Generation artists like Richard Prince and Sherrie Levine by at least a decade. Despite this, he was never able to achieve the notoriety accorded these artists.

REBECCA STEVENSON

Ребекка Стивенсон
ريبيكا ستيفنسون
丽贝卡·史蒂文森
sweet shell

Le sculture figurative di Rebecca Stevenson sono allo stesso tempo inquietanti e belle. Usando principalmente poliresina e cera, il suo concetto di solito inizia con una figura umana o animale proiettata in un tenue colore monocromatico che poi sembra sbocciare o decadere con varietà di composti organici multicolori. Questi fiori consumano quasi le figure, dando vita a sculture provocatorie e surreali. Il suo lavoro incarna il processo di creazione e distruzione, rivelando la bellezza che emerge da questo ciclo organico. Alcuni mi ricordano di camminare per i pascoli della fattoria quando ero più giovane e di scoprire vari teschi di animali attraverso i quali l’erba aveva cominciato a arrampicarsi. Se il suo lavoro disturba, è solo perché non cerca di mascherare la macabra bellezza del processo di crescita / decadimento. “Il mio lavoro riguarda il viscerale e il sensuale. Si basa sul disegno anatomico e sull’illustrazione botanica, ma occupa un territorio liminale tra l’indagine scientifica e il corpo immaginario e soggettivo. “

Stanza

The Nemesis Machine
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The Nemesis Machine è una grande installazione (adattata a ogni luogo in cui viene esposta) che è una città in miniatura. Visualizza la vita nella metropoli sulla base dei dati trasmessi da Londra. Quindi la città costruita a Bruges utilizzando componenti elettronici riflette in tempo reale ciò che sta accadendo dall’altra parte della Manica. Piccole telecamere mostrano le immagini dei visitatori in modo che diventino parte della città.Una mini metropoli meccanica funziona su dati urbani in tempo reale. L’opera d’arte cattura i cambiamenti nel tempo nell’ambiente (città) e rappresenta la vita mutevole e la complessità dello spazio come un’opera d’arte emergente. L’opera d’arte esplora nuovi modi di pensare alla vita, all’emergenza e all’interazione all’interno dello spazio pubblico. Il progetto utilizza tecnologie di monitoraggio ambientale e tecnologie basate sulla sicurezza, per mettere in discussione le esperienze del pubblico degli eventi in tempo reale e creare visualizzazioni della vita mentre si svolge. L’installazione va oltre la semplice interazione da parte del singolo utente per monitorare e rilevare in tempo reale l’intera città e rappresentare interamente le complessità della città in tempo reale come un sistema complesso in mutamento, i dati e le loro interazioni, ovvero gli eventi che si verificano nell’ambiente che circonda e avvolge l’installazione – si traducono nella forza che dà vita alla città elettronica provocando il movimento e il cambiamento – cioè, nuovi eventi e azioni – che si verificano. In questo modo la città si esibisce in tempo reale attraverso il suo avatar fisico o doppio elettronico: la città si esibisce attraverso un’altra città. Causa ed effetto diventano evidenti in modo discreto e intuitivo, quando determinati eventi che si verificano nella città reale fanno sì che certi altri eventi si verifichino nel suo doppio completamente diverso, ma perfettamente incorporato. La città avatar non è solo controllata dalla città reale in termini di funzione e funzionamento, ma anche completamente dipendente da essa per la sua esistenza.

Kurt Hentschlager

ZEE

Expérience immersive forte alliant approche méditative et implication physique, Zee s’inscrit dans le travail sur la représentation humaine et ses ressorts psychologiques poursuivi par Kurt Hentschläger. Une expérience qui se suit comme un véritable fil d’Ariane.Savez-vous vraiment ce que signifie faire l’expérience physique d’une œuvre numérique immersive ? Ceux qui ont eu la chance d’expérimenter le Feed de Kurt Hentschläger, plongée radicale au cœur d’une matière instable de brouillard artificiel dense, de lumières stroboscopiques et de fréquences sonores électroniques pulsatives répondront sans doute par l’affirmative. Pour les autres, l’épreuve de rattrapage ultime aura pour nom Zee, pièce rare et prolongement de Feed, présentée au Centquatre parisien dans le cadre de l’exposition Trouble Makers, fil rouge de Némo, le festival arts numériques d’Arcadi Île-de-France. Ancienne moitié du duo de défricheurs numériques extrêmes Granular Synthesis, Kurt Hentschläger cultive le goût des environnements déstabilisants et trouve dans Zee le dispositif déambulatoire idoine pour nous prêter au jeu. « Zee fait partie de la même série de travaux que Feed, mais en format installation », explique l’artiste autrichien basé à Chicago. « Zee fonctionne en mode huis clos, dans un espace totalement fermé. Dès que l’on entre, le brouillard est déjà là. Il remplit l’espace dans lequel vous êtes invitez à vous déplacer. Par rapport à Feed, où le public reste assis à un endroit précis, il y a donc davantage de flexibilité dans l’expérimentation du dispositif. Cette idée de déambulation dans l’espace induit un climat différent. C’est peut-être encore plus intimidant pour certains mais pour moi cela donne à Zee une connotation plus méditative. »Procéder à l’expérience nécessite véritablement de se prendre en main.